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Bello e imbattibile, è un Napoli da corsa

In A vince da 10 partite di fila e segna un gol ogni 23’: più di tutti in Europa

Bello e imbattibile, è un Napoli da corsa

Napoli Una rete ogni 23 minuti: ma che roba è? Il miglior attacco d’Europa: media di 3,8 gol a partita, il Barcellona di Messi e il Psg di Neymar sono dietro. La difesa, la tanto discussa difesa che ha sulla coscienza una bella fetta dello scudetto perso un anno fa, è quella che subisce in assoluto meno tiri. Poi, tanto per gradire, ci sono i record: 10 vittorie consecutive in campionato, top assoluto nella storia del club. E poi quelle in trasferta, e poi ancora il totale delle realizzazioni dei tre piccoletti lì davanti. E mettiamoci pure quella grande passione chiamata Napoli, un San Paolo tornato ad essere stracolmo, la marea azzurra che ha invaso Roma e che si appresta a marciare su Ferrara. Sono i numeri dell’era Sarri, una squadra bella come non si era mai vista. Gli scudetti e le coppe degli anni d’oro erano i trofei dei campioni, da Maradona a Careca, da Bagni ad Alemao, da Carnevale a Giordano. Giocate deliziose, esaltazione dei singoli, le magie dei fuoriclasse. Questo è il trionfo del collettivo, del calcio fatto spettacolo, della tattica apprezzata da Guardiola e da Mourinho, da Ancelotti e da Simeone. Il Napoli si sta facendo grande, ha inserito il pilota automatico: ve li ricordate i 60 minuti contro il Real? Il mitico Madrid costretto a spazzare la palla in tribuna, salvato dai pali e dalle capocciate di Sergio Ramos. Quella sera di marzo gli azzurri hanno preso consapevolezza, è aumentata l’autostima, è cresciuta la forza del gruppo. Tardi per arrestare la marcia della Juventus ma in tempo per rinsaldare le fondamenta. Pochissimo mercato, tutti confermati, i leader avvinghiati nel patto scudetto: si torna prima dalle vacanze, si deve provare a vincere. Insigne rigenerato, Reina che resta per amore del popolo, Hamsik che rifiuta i top club, Callejon che non si ferma più. E poi il marziano Mertens che nello spogliatoio chiamano «Ciro», nome tipico di scugnizzo. Come Ciro il Grande, imperatore dell’esercito sarriano. «Vola come una farfalla e pungi come un’ape», diceva il grande Cassius Clay. Leggero e delicato com’è, vola sul campo, fantasia e velocità, niente potenza fisica, proprio come la farfalla. E quando decide di far male, proprio come l’ape, le sue punture lasciano il segno e strappano ovazioni. Bello, scontato, suggestivo, paragonare il belga matto all’insuperabile Diego, li unisce una maglia: il piccolo genietto che si avvicina al mito del calcio. I gol, i numeri, i record servono per scrivere la storia: ma ci sono meraviglie che valgono per sempre. Tenetevi la testa tra le mani, questo è un fenomeno assoluto. Il falso nueve, il centravanti senza senso inventato bomber a 27 anni, valutato 28 milioni da un’assurda clausola, oggi fa sognare Napoli.

Ha cancellato il ricordo ingombrante di Higuain e con lui la Grande Bellezza del calcio si sta finalmente colorando di azzurro.

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