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Bergomi: "La Serie A deve ripartire. Ecco com'ho scoperto di aver contratto il coronavirus"

Giuseppe Bergomi ha parlato in esclusiva per ilgiornale.it toccando diversi temi come la ripresa della Serie A in sicurezza, di aver contratto il coronavirus, della lotta scudetto di molto altro ancora

Bergomi: "La Serie A deve ripartire. Ecco com'ho scoperto di aver contratto il coronavirus"

Giuseppe Bergomi è stato uno dei difensori italiani più forti degli anni Ottanta e Novanta. Lo "Zio", come fu soprannominato dal suo ex compagno di squadra all'Inter Marini, per via dell'aria matura che gli conferivano i baffi, ha scritto pagine importanti del club nerazzurro con cui ha messo insieme 757 presenze totali impreziosite da 28 reti e sei titoli in bacheca: uno scudetto, quello dei record con Giovanni Trapattoni in panchina, una Coppa italia, una Supercoppa italiana e tre Coppe Uefa.

Non solo, perché Bergomi è stato anche uno dei pilastri della nazionale italiana con cui vinse un Mondiale nel 1982, a soli 19 anni, e con cui arrivò terzo a Italia 90'. Bergomi è ormai da anni una delle punte di diamante di Sky, di cui ricopre il ruolo di opinionista e commentatore tecnico. In esclusiva per ilgiornale.it ha parlato della situazione della Serie A, ferma da oltre due mesi per via della pandemia da coronavirus che ha colpito il mondo intero e anche lui stesso, dato che nei giorni scorsi ha raccontato di aver contratto il virus:

Bergomi, pensa sia giusto ripartire con il campionato di Serie A nelle prossime settimane?

"Penso sia giusto ripartire perché bisogna prendere questa cosa e vederla nella maniera giusta, con accezione positiva. Nella vita penso che qualche rischio bisogna prenderlo, se non si riparte poi non lo si fa più. Ovviamente voglio che si riparta ma in totale sicurezza per calciatori, membri dello staff, arbitri, tutti insomma".

Al primo positivo giusto mettere tutta la squadra in quarantena?

"Ecco, se pensiamo che al primo positivo tutti debbano in quarantena abbiamo finito. Secondo me andrebbe trattato come un infortunato ma vedremo cosa succederà. Il nostro paese ha bisogno del calcio in questo momento. La gente in giro mi chiede se so qualcosa, vuole che si riprenda anche perché l'Italia ha davvero necessità di ripartire e anche il calcio ha bisogno di farlo".

La Bundesliga farà da apripista anche perché scenderà in campo già in questo weekend, cosa ne pensa in merito?

"Loro saranno i battistrada di tutte le altre nazioni che fanno calcio in una determinata maniera come la Serie A, la Premier League, la Liga. Veniamo cosa succederà in Germania in queste settimane, sono curioso di vedere cosa succederà e come sono organizzati. Sicuramente in Germania hanno avuto meno problemi rispetto all'Italia, sono molto legato al mio ex compagno di squadra Andreas Brehme che spesse volte mi ha chiesto cosa stesse succedendo da noi perché da loro non c'è mai stata questa percezione negativa in merito al coronavirus e anche in altre parti d'Italia fortunatamente hanno sicuramente patito meno rispetto al nord".

Tra l'altro hai dichiarato di aver contratto il coronavirus e di averlo scoperto attraverso l'esame sierologico:

"Sì, ai primi di marzo non sono stato bene, ma non ero particolarmente preoccupato perché avevo altri sintomi come mal di schiena e freddo, non quelli che potevano far pensare che avessi contratto il coronavirus. Ho deciso di fare il test sierologico fatto per capire se l'avessi contratto con l'ICG che è risultato positivo e l'IGM negativo. Ora dovrei fare anche un tampone per capire bene la situazione ma non è facile poterlo fare".

Forse un po' tutti hanno sottovalutato la questione tra febbraio e i primi giorni di marzo, pensa di averlo fatto anche lei?

"Io dovevo andare a commentare Napoli-Barcellona a fine febbraio e sono andato senza problemi, ho preso l'aereo, sono stato a contatto con le persone. Ho anche allenato e sono stato a stretto contatto con i ragazzi, e uno tra l'altro ha anche avuto la polmonite. Ma non mi sono preoccupato troppo sinceramente, poi quando hanno chiuso tutto allora ho iniziato a collegare come il mio malessere fosse strettamente collegato al coronavirus".

Le società stanno effettuando i vari screening sui calciatori e finora sono emerso poche positività. Cosa dobbiamo aspettarci?

"Finora i giocatori si sono allenati individualmente, da lunedì ci sarà un primo banco di prova con gli allenamenti collettivi e poi quando più avanti si faranno le partitelle e ci sarà un contatto fisico tra i compagni di squadra bisognerà capire cosa succederà. Le società hanno comunque tutti i mezzi per poter controllare in tempo reale la situazione dei loro tesserati".

Come si pone in merito alle tante diatribe tra club, Governo e le varie istitituzioni sportive?

"Penso che non sia una situazione facile. Per quanto riguarda le società che volevano riprendere e quelle che non erano d'accordo posso solo dire che magari qualcuno tirava da una parte e una dall'altra magari anche per interessi personali, magari turbati personalmente da questa vicenda personalmente o per vie traverse, e non solo per quelli economici o di classifica"

Secondo lei sarà un campionato "falsato" dal fatto di non poter giocare con il pubblico e per via di questo lungo stop?

"Non posso dire che sarà tutto falsato però lo stava diventando tra fine febbraio e la prima settimana di marzo. Alcune squadre avevano visto rinviate alcune partite come l'Inter, che ha prima giocato quella contro la Juventus e non quella contro la Sampdoria. Si erano create situazioni particolari e poco chiare. Adesso non bisogna cambiare le regole in corsa e bisognerà adattarsi a quello che ci sarà giocando d'estate e con tutti i problemi del caso".

Chi è favorito in questa lotta scudetto a due Juventus-Lazio? Anche l'Inter potrebbe rientrare?

"Difficile fare una previsione, non c'è uno storico. Tutti i calciatori sono stati fermi per due mesi, non hanno toccato un pallone. Penso ad un portiere che non è mai andato a terra per due mesi, questa cosa ad esempio me l'ha detta Walter Zenga. Detto questo penso che davanti Juventus e Lazio siano favorite con i biancocelesti che mentalmente hanno sempre dimostrato di essere quelli più concentrati sull'obiettivo. Dico che come profondità di rosa è favorita la Juventus, psicologicamente la Lazio che non ha mai mollato ed è sempre rimasta concentrata. L'Inter, invece, può essere la sorpresa e se parte forte come a inizio stagione può dire la sua".

Cosa ne pensa dell'Inter?

"Sta facendo il suo percorso, magari l'unico neo è stata la Champions League ma la squadra ha identità di gioco e se vince con la Sampdoria sono solo sei i punti di distacco dalla Juventus. La squadra però quando non ha furore agonistico fa fatica a sopperire con altre qualità. Ripeto, però, fino allo stop l'annata è stata estramemente positiva con una squadra ben riconoscibile che si appoggia molto sulle due punte. Quest'anno bisognava consolidare i due quarti posti ottenuti da Spalletti nelle ultime due stagioni".


Lautaro-Lukaku coppia d'oro, giusto vendere l'argentino a certe cifre?

"La coppia d'attacco si completa perfettamente, hanno trovato subito un grande feeling. Il ragazzo è giovane, è un ottimo giocatore che sta crescendo anno dopo anno. Però siamo sempre lì, davanti a determinate cifre, se fossero reali, come fai a non cederlo?".


Lukaku ha sostituito degnamente Icardi? Meglio l'argentino o il belga?

"Il valore di Icardi non si discute, ma poi ci sono altre caratteristiche come la disponibilità al lavoro di squadra e credo che Lukaku sia interprete perfetto anche in questo rispetto all'argentino, che forse faceva un po' più fatica. Il belga mi piace molto, così come Icardi, ora però è il primo a essere al centro del progetto e l'Inter ha fatto un grande colpo a prenderlo in estate".

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