Berlusconi è nella storia Mister Li pronto a farla Il Milan è davvero cinese

Alle 14.02 il club ha cambiato pelle e lingua Yonghong: «Torneremo sul tetto del mondo»

Berlusconi è nella storia Mister Li pronto a farla Il Milan è davvero cinese

La firma è avvenuta all'ora del digestivo, alle 14.02 secondo i testimoni dell'evento. Per la firma del passaggio della proprietà del Milan dalla holding della famiglia Berlusconi all'uomo d'affari cinese Li Yonghong, i protagonisti hanno scelto una location storica di Milano: piazza Belgioioso, sede dello studio legale Gianni, Origoni, Grippo e Cappelli, a due passi dall'abitazione che fu di Alessandro Manzoni e che è diventata oggi museo. È avvenuta con un'ora di ritardo a causa di un pittoresco disguido. Alle 12.30 infatti l'addetto lussemburghese incaricato di far partire la cifra indirizzata ai conti Unicredit della Fininvest ha abbandonato la postazione. «Vado a pranzo» ha detto e solo al ritorno, dopo giusti 60 minuti, ha dato il via all'operazione. David Han Li, scortato da Fassone, con Danilo Pellegrino ad di Fininvest e Alessandro Franzoni direttore business development, i decisivi protagonisti della trattativa durata più di un anno, hanno atteso con pazienza, senza tradire alcun disappunto. Eppure all'alba, alle sei in punto, la coppia italo-cinese che guiderà la società di via Aldo Rossi, si è presentata presso lo studio Craca, incaricato di curare gli interessi del fondo Elliot, per sottoscrivere il contratto relativo al finanziamento dei 300 milioni indispensabile per il closing di ieri mattina. Firma, foto ufficiale, comunicato congiunto e strette di mano: così il Milan ha cambiato proprietà, pelle e anche lingua diventando cinese a tutti gli effetti.

Al vertice di piazza Belgioioso è intervenuto anche Adriano Galliani, ad rossonero ancora in carica per le consegne, che ha firmato alcuni documenti e colto l'occasione per «elogiare la correttezza di Marco Fassone» nel periodo occupato dalla trattativa. Il Milan di Silvio Berlusconi è passato da un azionista all'altro in cambio di 740 milioni, compresa la fetta di debiti con le banche (per un ammontare di 220 milioni). L'ultima tranche, proveniente dal Lussemburgo, è stata finanziata da Huarong, un colosso cinese che ha avuto un ruolo importante per far partire l'operazione. A concluderla ha contribuito il fondo americano Elliott con il sostegno di Blue Sky, una società di brokeraggio con sede a Londra. Simbolica la successiva visita allo studio notarile che ha certificato la voltura del 99,09% delle azioni rossonere. A quel punto siti, radio e tv lanciato la notizia.

E a Milanello, quando sul televisore a 56 pollici, nella sala caminetto, è apparsa la scritta VENDUTO IL MILAN, a qualche milanista di lunga militanza è scappata la lacrimuccia. La stessa che ha solcato il viso di Adriano Galliani appena è arrivato in Lega per l'assemblea di serie A e ha confermato l'avvenuto closing. C'è stata una standing ovation dei presidenti riuniti, un omaggio a un pezzo di storia del calcio italiano. «È stato commovente», ha chiosato il dirigente che per 31 anni è rimasto al fianco di Berlusconi.

Pronto lo schema del nuovo cda che entrerà in carica oggi dopo la ratifica dell'assemblea: Li Yonghong diventa il presidente, al suo fianco Marco Fassone, ad, e David Han Li, più Lu Bo in rappresentanza di Haixia, fondo a partecipazione statale cinese e Xu Renshuo. La componente italiana è formata da Paolo Scaroni, l'avv. Roberto Cappelli e Marco Patuano (indipendente). Oggi, in sede, conosceremo da vicino il nuovo presidente e, dalle parole di Marco Fassone, i piani futuri.

La prima dichiarazione di Li Yonghong è stata molto impegnativa: «Ringrazio il presidente Berlusconi per la fiducia e i tifosi per la pazienza, da oggi passo dopo passo torneremo sul tetto del mondo». La speranza è che nella cena di ieri ad Arcore, Silvio Berlusconi gli abbia passato qualche consiglio utile.

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