Coronavirus

Bernardeschi al veleno: "Razzismo e discriminazione uccidono più del coronavirus"

Il giocatore della Juventus Federico Bernardeschi ha deciso di pubblicare un lungo post su Instagram parlando di coronavirus e razzismo: "Ora gli emarginati siamo noi, ricordiamocelo"

Bernardeschi al veleno: "Razzismo e discriminazione uccidono più del coronavirus"

Federico Bernardeschi ha rotto il silenzio e sul suo profilo Instagram ha voluto dare la sua opinione sul coronavirus che sta letteralmente mettendo in ginocchio il mondo. Il giocatore della Juventus con un un lungo post ha voluto fare un parallelismo tra il virus e il razzismo: "Odio, razzismo e discriminazine uccidono di più del coronavirus", è questo il messaggio diretto dall'ex talento della Fiorentina ai suoi tanti follower e non solo, in questo momento difficile per tutti e anche per il mondo dello sport che ha dovuto fermarsi per qualche giorno e che dovrà giocare a porte chiuse come la Serie A.

Il lungo messaggio del 26enne di Carrara ha voluto mandare un messaggio forte e che ha creato dibattito sulla sua bacheca di Instagram: "Un virus sta dominando le nostre paure. Ci terrorizza, limita la nostra libertà, ci fa disprezzare l’altro. Abbiamo chiuso i porti a chiunque, rintanandoci nella nostra fedele cerchia, criticando gli altri la mattina al bar o in coda al supermercato durante la folle corsa per accaparrarci l'ultimo inutile pezzo di pane, che deve essere il nostro e di nessun altro, manco fosse la fine del mondo".

L'attacco di Bernardeschi è stato chirurgico, preciso, mirato e senza giri di parole dato che ha tirato in ballo argomenti attuali in Italia e nel mondo, oltre al coronavirus, come razzismo e discriminazione di ogni tipo: "Abbiamo deciso di offendere, cacciare, allontanare. Abbiamo fatto morire donne e bambini, perché prima veniva la nostra sicurezza, la nostra ricchezza e poi le loro vite. E adesso siamo noi gli emarginati, siamo noi ad essere discriminati e cacciati, rinchiusi tra i confini di un Paese che soffre".

Chisura netta e precisa con affondo finale: "Quando tutto questo finirà, ricordiamoci di questi giorni, di questa sofferenza, di questa isteria che ci ha trasformato in animali mossi solo dall'istinto di sopravvivenza, senza ragione, senza rispetto per nessuno. Ricordiamocelo poi, di come ci trasformano disperazione e paura di morire. Ricordiamocelo quando ad aver paura sarà qualcun altro, che chiede aiuto". Le sue parole hanno avuto una grande risonanza sul web con tanti follower che hanno apprezzato le sue parole ma con tanti altri che l'hanno invitato a fare poco il moralista e pensare solo a giocare a pallone senza tirare in ballo argomenti che nulla hanno a che fare con il mondo del calcio.

com/ilgsport/" data-ga4-click-event-target="external" target="_blank" rel="noopener">Segui già la pagina di sport de ilGiornale.it?

Commenti