La Formula 1 non sa a chi far pagare i danni. Lo sport più tecnologico che ci sia, si ritrova a fare le stesse discussioni del nostro assicuratore. Il budget cap fa questi scherzi. Il limite di spesa a 145 milioni rischia di saltare se continueremo a vedere incidenti come quelli degli ultimi gran premi con monoposto distrutte e pezzi di carbonio che volano via come coriandoli. È giusto conteggiare le spese di riparazione all'interno del budget cap, o andrebbero detratte? Fateci caso ma i primi a farsi avanti sono stati i più ricchi. Toto Wolff dopo che Bottas gli ha distrutto una monoposto ha ritirato il team da una sessione di prove gomme per limitare i costi. Chris Horner dopo il crash di Verstappen a Silverstone ha fatto i conti: ci è costato 1,8 milioni Come quando andiamo noi dal carrozziere (con qualche zero in meno ovviamente). Ci vuole una soluzione. Mattia Binotto, che l'altro giorno ha visto andare in pezzi l'auto di Leclerc, ha un'idea: «In caso di responsabilità appurata con piloti puniti sarebbe corretto far pagare a loro i danni». Siamo al chi rompe paga. Ma i cocci ovviamente non sono suoi. Funzionerebbe così: Bottas sfascia una McLaren e una Red Bull. Viene riconosciuto colpevole e sanzionato.
Ecco che McLaren e Red Bull potrebbero girare i conti del carrozziere a Toto Wolff. «Oltretutto potrebbe servire a qualche pilota per capire che deve prendersi meno rischi in pista». Una soluzione va trovata. D'accordo, ma il bonus/malus in F1 non lo si può proprio vedere.
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