Da Borriello a Elia la Juve fa i conti con i soldi sprecati

Da Borriello a Elia la Juve fa i conti con i soldi sprecati

Alla Juventus comunque la si rigiri è sempre una questione di “x factor”. Sul campo perché a Bologna ha fatto tredici con i pareggi. Sul mercato perché non è stata capace di individuare il quid, il campione che le facesse fare il salto di qualità. L’ha cercato senza fortuna. Infatti a Torino sono andate in scena due edizioni del “talent show” versione calcistica: una estiva e una invernale. Un doppio tentativo fallito. Perché è evidente che alla squadra di Conte(ieri squalificato per una partita) ora manchi proprio un superfuoriclasse, come ha ammesso Marotta, che risolva le partite complicate. La conseguenza è l’incredibile serie di pareggi, addirittura cinque nelle ultime sei gare.
Eppure la Juventus i soldi per un top player li ha anche spesi: ad agosto 15 milioni più bonus per Mirko Vucinic e 9 milioni con aggiunta di premi per Eljero Elia, a gennaio per Marco Borriello un prestito oneroso con riscatto “obbligatorio” fissato a 8 milioni. Un gruzzolo da circa quaranta milioni di euro. Col senno di poi si sarebbero potuti puntare tutti su un nome solo. Uno tra Sanchez, Aguero, Tevez e Giuseppe Rossi corteggiati a lungo a conferma che la necessità di mettersi in casa un big era emersa fin dalla scorsa estate. E almeno uno di questi obiettivi era alla portata. Le cifre confermano: l’ex Udinese è volato a Barcellona per 26 milioni più 11 di bonus, l’argentino è andato al City per poco più di 40. Più o meno gli stessi con cui il Psg ha “scippato” all’Italia Pastore. Per giustificare il “colpo” mancato non può bastare l’alibi di una Signora dal fascino non irresistibile perché fuori dall’Europa e reduce da due settimi posti in campionato. E nemmeno la necessità di un profondo rinnovamento della squadra che ha obbligato la società a muoversi sul doppio binario della qualità e della quantità.
Quindi già ai nastri di partenza c’era la consapevolezza che la Juve mancasse di un risolutore. Lacuna poi messa a nudo dalla straordinaria stagione della squadra di Conte che è cresciuta così tanto da diventare l’anti-Milan. E adesso si parla di rimpianto o errore che potrebbe impedire di giocarsi fino in fondo il titolo. «Lo scudetto sarebbe un miracolo» ripete Conte, ma si farebbero altri discorsi con un campione a disposizione. Che non può essere il giocoliere Vucinic perché ha bisogno lui stesso di “assistenza” per segnare con regolarità come dimostra l’invenzione di Pirlo per la prodezza di Bologna. E il montenegrino non è tipo da accendere la luce, non ha la visione di gioco per essere l’uomo dell’ultimo passaggio: quasi sempre i suoi giochini con la suola sono fini a se stessi. Borriello, invece, è stato l’estremo tentativo di aumentare il potenziale di fuoco della squadra una volta che a Torino si sono accorti che si poteva puntare in alto. Per ora operazione fallita: zero gol messi a disposizione della causa bianconera. Mentre Elia è l’oggetto del mistero: due presenze e 58’ giocati in campionato. Anche lui vittima di una sorta di sindrome che ha colpito gli esterni bianconeri. Lui e Krasic, altro “colpo” inesploso, dovevano mettere le ali alla Signora. Il cambio di modulo e le prestazioni deludenti li hanno fatti scivolare in fondo nelle gerarchie con Pepe, Giaccherini e Estigarribia sempre preferiti.
Tra Genoa e Fiorentina Conte potrebbe dare un’ultima occasione ai due per scongiurare quello che ad oggi sembra un inevitabile addio a fine stagione. Marotta è già a caccia di un “x factor” che l’anno prossimo risolva i guai in attacco perché la Juventus non si faccia cogliere ancora impreparata, o meglio incompleta, nella corsa scudetto. Van Persie e Higuain, Tevez e Suarez i nomi per sognare.

Resta da decidere se puntare su un realizzatore o su un fantasista. Se dare la caccia a un nuovo Trezeguet o scegliere l’erede di Del Piero. Comunque sia, il “talent show” bianconero questa volta non può fallire: deve nominare una stella.

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