C'è Berrettini da salvare dal buio del suo tennis tutto lacrime e business

Pietrangeli allunga l'ombra del ritiro, ma l'ipotesi più realistica è ripresentarsi guarito a gennaio

C'è Berrettini da salvare dal buio del suo tennis tutto lacrime e business
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Ci voleva pure Nicola Pietrangeli a dare una bella botta di ottimismo a Matteo Berrettini: «È bello, ricco e famoso, guadagna un sacco di soldi, sta dilapidando tutto e non si rende conto della fortuna che ha. A me sinceramente non fa pena. Solo lui sa quando potrà tornare a giocare. Spero che la voce che circola, ovvero che stia pensando di smettere, non sia vera: sarebbe un dramma per lui e per il tennis italiano». No, non è vera, però...

Diciamo la verità: la storia dell'unico italiano ad arrivare fino a una finale di uno Slam, Wimbledon 2021, sta deviando dal lieto fine che tutti gli avevano pronosticato. E lo sta facendo con dolore, tra ritiri (nei tornei) e lacrime che sono un pugno nello stomaco per tutti, visto chi è Matteo e cosa rappresenta per il tennis italiano. E allora la domanda si fa sempre più pressante: quando lo rivedremo? (in forma, s'intende).

Tornando al vecchio Nick, qualche appunto - con infinito rispetto - glielo possiamo fare. Di sicuro Berrettini si rende conto della fortuna che ha avuto fin qui, ma anche della sfortuna che lo ha colpito nell'ultimo anno. Da quel Wimbledon 2022 che poteva essere la sua definitiva consacrazione (e poteva davvero) e che invece ha abbandonato perché guidato dalla sua istintiva educazione: ha avuto il Covid, non era obbligatorio che lo dicesse visto che altri hanno continuato a giocare nonostante tutto, invece si è isolato per non nuocere ai colleghi. Finendo per cominciare un percorso di sfiga assoluta, aggravato da quel problema agli addominali che fa up and down e non passa mai. Che poi sia ricco e famoso se l'è soltanto guadagnato con sacrificio, anche se però in effetti è l'altra faccia del problema.

Insomma: parliamo di Stoccarda. Berrettini si ritira a maggio a Monte Carlo, lasciando il principato con l'ennesimo magone e quei muscoli che pungono. Lui, chiamato il Martello, ha un fisico che non regge più la sua forza, è come Sansone coi capelli corti. Salta il resto della stagione sul rosso, poi si ripresenta appunto sull'erba tedesca, che è anche - particolare non di secondo piano - la casa del suo sponsor principale. Così la stesa al primo turno presa dall'amico Sonego alimenta i dubbi (davvero era necessario forzare, business a parte?), e soprattutto moltiplica le lacrime mentre esce dal campo. Fa impressione, lui «ricco, bello e famoso» che piange come un ragazzino sconfitto al torneo del circolo.

Cercasi soluzione definitiva, dunque. Ognuno ha la sua, ovviamente: un tennista oggi ha un mondo che gira attorno, tra coach, manager, famiglia, medico, preparatore, mental coach. Trovare la quadra, soprattutto quando c'è da perdere punti in classifica e denaro, non è facile.

Vederlo ora a Wimbledon sarebbe un miracolo, e una follia, e forse alla fine dovrebbe pensarci proprio solo Matteo: se davvero da quel malanno si guarisce ripartendo da zero prima che diventi cronico, allora stia fermo qualche mese e si ripresenti a gennaio. Ricco, bello, famoso, ma soprattutto sano: a 27 anni, se lo può permettere.

P.S. No, non abbiamo parlato di Melissa Satta. Cari tifosi, rassegnatevi: lei non c'entra.

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