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Il calcio che riparte e l'abbraccio colpevole che non dovrà esserci

I ligi tedeschi hanno fallito. Cosa accadrà in A? Intanto, consegnato il protocollo al ministro

Il calcio che riparte e l'abbraccio colpevole che non dovrà esserci

Pur vero che l'Italia è il Paese dei baci e abbracci, ma perché mai dovremmo stupirci se capita di vederli fra i rigorosi atleti del calcio tedesco? Chi potrebbe esser più ligio al rispetto delle regole? Anzi, dei recentissimi protocolli che non prevedono baci e abbracci, e nemmeno sputi sul terreno di gioco. Ecco, la Germania ci ha mostrato che il calcio rovina qualunque immagine di rigore. Come fossero movide di casa nostra. Abbiamo visto abbracci dopo un gol, baci camuffati, uno sputo d'inizio. E talvolta un benemerito darsi di gomito.

Ed ora l'Italia? L'Italia s'è desta, chissà mai non stupisca. No, non siamo ai giochi di parole, ma al dunque di un pallone che vuol ricominciare dopo polemiche e stravaganti intenzioni e deviazioni, restituirsi al divertimento: l'oppio-ovvio dei popoli. In settimana tutto prenderà forma: ieri il protocollo preparato dalla Figc, con «Le linee guida per la ripresa del campionato» (molto simile a quello degli allenamenti), è stato inviato in anticipo al ministro dello Sport che lo girerà al comitato tecnico scientifico e «giovedì decideremo se e quando riprendere campionato», ha dichiarato in serata Spadafora al TG3» parlando del summit con Federcalcio e Lega calcio in cui si valuterà la situazione contagi e protocollo. Il 3 giugno il consiglio federale deciderà la data di ripartenza prevista per il 13 giugno o, in alternativa, per il 20 se ci saranno problemi in alcune Regioni. Domani, invece, il consiglio di Lega detterà le linee guida per calendario, recuperi e coppa Italia. Rimane qualche nodo: non ultimo quello sulle pretese dei giocatori.

Ed eccoci al punto: riusciranno i nostri eroi, angustiati da stipendi più o meno rivisitati e, da ieri, anche dalle calde partite estive alle 16,30, «non se ne parla proprio», a caricarsi il gravoso compito di dimostrare senso civile e rispetto delle regole? Un abbraccio in meno vale un attestato di stima in più: non si parlerà di gol, ma di quasi gol. Insomma le immagini così tanto decantate della Bundesliga non hanno regalato rispetto alle regole dell'era virus. Vedremo cosa combineranno gli spagnoli. La storia di Liverpool-Atletico Madrid ci riporta ai troppi danni creati da gestioni sprovvedute. Ma se il nostro campionato, per una volta, si sforzasse di dare il buon esempio? Le giovanili movide di tutta Italia non lasciano un bel sperare. Pronti via e sono state bevute e abbracci. E, allora, se riuscissero gli idoli, anziché i sindaci, a riportare la gioventù testosteronizzata all'abbraccio virtuale? Grande responsabilità, ingrato compito, però sarebbe un bel successo: servirebbe alla causa di grandi e piccini, nessun distinguo di maglie. Il mestiere del giocatore è quello di disputare partite e possibilmente vincerle. Il resto, baci e abbracci, è corollario. Vien detto: poverini, sono divorati dalla trance agonistica, come possono resistere? Tutti stiamo facendo piccoli sforzi: resistere ad una mano da stringere, un labbro da baciare. Oggi, in Italia, si rischia una multa per baci o abbracci fra non conviventi: basta una denuncia, l'attenzione di un pubblico ufficiale.

Perché non anche ai giocatori? A loro è tutto permesso? L'Italia vuol vincere l'Europeo? Forza Mancini! Ma si può dimostrare che, qui, i calciatori sono migliori anche con un abbraccio in meno.

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