Camila sbatte su Serena: «Ma ora ho un piano B»

Giorgi vince il primo set poi si arrende alla Williams: «Adesso so di poter stare tra le grandi»

Camila sbatte su Serena: «Ma ora ho un piano B»

Dal nostro inviato a Wimbledon

Un bacio. Un ragazzo e una ragazza confusi nella folla che scorre tra i viali di Wimbledon, quel bacio quasi frettoloso e gli occhi di lei che si accendono in una luce che nessun altro conosce. Lui che le dice «profumata come sempre, eh», lei che splende nel suo completino bianco e che si allontana di fretta con un sorriso. Qualcuno la riconosce, la fermano solo per un paio di selfie veloci. Sarà sicuramente una grande giornata.

Tre ore dopo quella ragazza, con quel completino, sarà sul campo centrale di Wimbledon in vantaggio di un set contro Serena Williams. Camila Giorgi ci ha raccontato che il tennis è solo un lavoro e che fuori di lì c'è un'altra vita. È vero insomma, adesso qualcuno l'ha visto, ma non si può dire che essere sul quel campo, in quel momento, e giocare così bene davanti alla più forte di tutte sia solo una giornata per sbarcare il lunario. Ci ha creduto Camila, e ci abbiamo creduto tutti. Tre quarti d'ora perfetti, una prima palla implacabile, Serena che gioca quasi da ferma e che non riesce a trovare la chiave per fermarla: «Non mi sono sorpresa di quanto Camila tiri forte, lo sapevo dirà poi -. E in fondo è solo il mio quarto torneo da quando sono rientrata. Se vinco sono contenta, se perdo è quasi normale». Però non ha perso.

Camila Giorgi non sarà insomma a prima semifinalista italiana sull'erba più bella del mondo: il tabellone alla fine racconta un 3-6, 6-3, 6-4 che le rende onore, ma quando i doppi falli sono diventati più degli ace, quando la Williams ha cominciato a servire pallate, la giornata di colpo è cambiata. C'era anche (stavolta davvero) papà Sergio in tribuna che friggeva sulla sedia vicino al Royal Box, e chissà dov'era quel ragazzo a soffrire: Camila alla fine è uscita dal campo senza neanche aspettare la rivale, dopo una stretta di mano fredda e repentina. Chissà, magari vincere o meno non è così una questione ininfluente, se è vero che Serena anche a questo riguardo ha qualcosa da insegnare: «Io odio perdere, si sa. Ma adesso che ho una figlia so anche che voglio essere un modello per lei».

Ci sarà un'altra occasione per dimostrarlo pure per Camila, che ha armi e suo malgrado il tennis, sempre se saprà cedere al suo carattere inflessibile. Per adesso ci accontentiamo di un sogno svanito e delle solite poche (ma un po' di più) parole per raccontarlo: «Ho giocato bene, sono contenta. Alla fine sono uscita in quel modo dal campo perché lo faccio sempre, anche quando vinco: saluto l'avversaria, l'arbitro e via. Serena voleva dirmi qualcosa? Non potevo mica saperlo.

Certo: non si può non essere arrabbiati, ma ho capito che posso lottare con le più forti. E per il futuro sono ottimista: gioco meglio, ho qualche variante, ho un piano B». Quel bacio conferma che il tennis ne è solo una parte.

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