Venti squadre di serie A. Duecentoventi giocatori in campo dal primo minuto ogni turno di campionato. Campetti alla mano a poche ore dal via della stagione, i possibili titolari italiani sono 79: poco più di un terzo. Da questo bacino ha attinto fino a qualche settimana fa Mancini per formare la sua nazionale: allo stesso panorama si affaccerà nelle prossime ore Luciano Spalletti, neo commissario tecnico azzurro.
Numeri impietosi, insomma. Così che si conferma l'abitudine di affidarsi a stranieri più o meno conosciuti e soprattutto più o meno capaci per formare la rosa da mettere a disposizione dei vari allenatori. Senza prendere in considerazione gli uomini in panchina, è insomma su quell'ottantina scarsa di giocatori più quelli che militano all'estero che l'Italia calcistica dovrà basarsi per qualificarsi ai prossimi Europei e ai successivi Mondiali.
Tra le grandi, la squadra potenzialmente più azzurra appare la Lazio nella cui formazione tipo - al netto degli infortuni -compaiono sette giocatori (Provedel, Casale, Romagnoli, Pellegrini, Rovella, Immobile e Zaccagni): Sarri del resto non ha mai fatto mistero della sua preferenza nell'allenare giocatori italiani, così che Lotito ha provato a seguire una via autarchica o comunque non troppo sbilanciata verso l'esterofilia. Dietro i biancocelesti ci sono i sei dell'Inter (Darmian, Acerbi, Bastoni, Barella, Frattesi e Di Marco: in pratica, buona parte della difesa e del centrocampo della nazionale), mentre il Milan ha deciso di vestire i panni di una vera multinazionale e vede al momento il solo Calabria in lotta per un posto dal primo minuto.
In realtà la squadra più «nostrana» in quanto a passaporto risulta il Monza, con otto calciatori (Di Gregorio, Izzo, Caldirola, Ciurria, Gagliardini, Pessina, Colpani, Caprari) che avrebbero soddisfatto il desiderio di Berlusconi di allestire una squadra composta (quasi) esclusivamente da italiani. La tendenza è comunque chiara e sono poche le squadre che fanno eccezione: la Juventus, che (non solo) negli anni di Marotta si faceva vanto di fornire la maggior parte dei propri giocatori alla nazionale azzurra, prevede a oggi tra i primi undici i soli Gatti, Locatelli e Chiesa, il Napoli fresco di tricolore propone Meret, Di Lorenzo e Politano, la Roma si affida a Mancini, Pellegrini, Spinazzola e Belotti, quest'ultimo titolare solo per il ko di Abraham e in attesa che Mourinho abbia a disposizione un altro centravanti, con ogni probabilità di oltre frontiera (Zapata?).
Il mondo è cambiato anche per quelle squadre come l'Atalanta e il Torino che fino a qualche anno fa attingevano a piene mani al proprio settore giovanile, composto in gran parte da ragazzi
reclutati tra i patri confini: gli orobici si «accontenteranno» così di Carnesecchi, Zappacosta, Scalvini e Scamacca, mentre i granata proporranno Buongiorno, Bellanova e Ricci. A Spalletti non resta che augurare buon lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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