Il cannibale Marquez da marziano a umano. "Vincere? Basta tornare"

Dopo il calvario e le tre operazioni al braccio Marc frena: "In moto solo con l'ok dei medici"

Il cannibale Marquez da marziano a umano. "Vincere? Basta tornare"

«Si possono correre tantissime gare, ma abbiamo un solo corpo e va rispettato». In occasione della presentazione stampa della Honda 2021, Marc Marquez rivendica il diritto alla fragilità. «Le persone ci considerano super eroi, marziani. Sono tutti pronti a gridare al miracolo, come ad affossarci quando le cose vanno male. Il rientro record dopo neanche 120 ore dall'operazione all'omero destro a seguito della caduta nella prima gara della stagione 2020 è stato un errore che abbiamo commesso tutti insieme, con i dottori, il team e la Honda. Ma alla fine l'ultima parola è stata mia. Ho forzato ed è iniziato un calvario: la rottura della placca, una seconda operazione, l'infezione e una terza operazione a dicembre». È un fiume in piena Marc Marquez, apparso dimagrito e abbastanza provato. Il sorriso appena accennato si è fatto più ampio man a mano che Marc rivelava tutta la sua umanità di eroe caduto che ha imparato a rialzarsi. «Normalmente il mio obiettivo dovrebbe essere quello di vincere il mondiale. Ma quest'anno sarà diverso: voglio solo tornare sulla moto. E divertirmi come una volta. Questa è la priorità. Di sicuro all'inizio non sarò il Marquez di una volta».

Lo spagnolo non ha fretta. Neanche la Honda, che lo ha sempre sostenuto e se lo è assicurato con un contratto da favola fino al 2026 (si parla di circa 25 milioni a stagione). «Voglio tornare a correre prima possibile, però non so ancora quando». L'ultima visita medica alla quale si è sottoposto l'11 febbraio scorso a 10 settimane della terza operazione resasi necessaria per l'insorgere di una pseudoartrosi dell'omero, ha evidenziato una calcificazione soddisfacente dell'osso. Il prossimo check sarà a metà marzo. «Sicuramente non sarò in Qatar per i test. In base a quello che diranno i medici, capirò se sarà possibile correre la prima gara, altrimenti sarà in Portogallo in aprile o Jerez a maggio. Ho bisogno che l'osso sia a posto al 100%, poi dovrà esserlo la muscolatura. Ho ripreso la riabilitazione, ma con il braccio destro sollevo al massimo due chili, un'inezia», sorride. Il programma è chiaro: «Tornerò quando i dottori mi daranno l'ok alla possibilità di cadere sull'osso, perché correre significa prendersi dei rischi». A chi lo considera il favorito, Marc risponde: «Non è una mia guerra, il mio obiettivo è tornare a essere Marc Marquez».

Escluso Andrea Dovizioso quale sostituto di Marc, il collaudatore Stefan Bradl scenderà in pista in Qatar a fianco di Pol Espargaro, al debutto sulla RC213V.

E se Marc non ha fretta, Pol sente tutta la pressione di correre per un team vincente come Honda. «Avrò solo 5 giorni di test per adattarmi ad una moto completamente nuova. Honda mi ha preso per fare risultati. Non ci sono scuse».

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