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Capolavoro alla Pantani. Pogacar senza rivali: ha già chiuso il Tour

Strepitoso finale di tappa sulle Alpi per lo sloveno che ha in tasca il bis alla Grande Boucle

Capolavoro alla Pantani. Pogacar senza rivali: ha già chiuso il Tour

Per Ernesto Colnago sono cose che ha visto fare solo a Eddy Merckx, per chi come noi segue da anni corse ciclistiche anche da Marco Pantani (Oropa, Galibier? qualcosa del genere). Una cosa è certa: in questo Tour pazzesco, dove in una settimana di corsa è successo di tutto, ieri Tadej Pogacar ha scritto sicuramente una pagina indelebile di storia del ciclismo. L'ha scritta di proprio pugno e con le sue gambette agili e veloci, questo ragazzo sloveno di soli 22 anni, con un Tour già in bacheca e un altro che a questo punto solo lui può perdere. Il nemico principale? La sorte. Se la dea fortuna o la signora dai denti verdi - come solevano definirla gli scriba di un tempo - lo prenderà di mira come Roglic e Thomas ormai fuori da ogni gioco, allora saranno dolori. Diversamente ci sarà solo da divertirsi e applaudirlo.

In un pomeriggio piovoso sulle Alpi questo ragazzo con la maglia bianca di miglior giovane fa qualcosa di unico e speciale, tanto da vestirsi alla fine di giallo, con la maglia del migliore. La sua impresa evoca grandi nomi, ma forse dovremmo anche cominciare ad adeguare il nostro modo di scrivere e pensare: vince semplicemente alla Pogacar, come il bimbo sloveno ormai ci ha abituato da tre anni a questa parte, facendo cose eccezionali, con una facilità disarmante da autentico fenomeno.

Nessuno è in grado di tenere il suo passo. Doveva essere il Tour degli sloveni: Pocagar contro Roglic, ma il connazionale ferito da una caduta rimediata nella terza tappa, è ormai fuori da ogni discorso al pari del gallese Thomas, al quale è toccata la stessa sorte. Dopo otto tappe è più semplicemente il Tour di Pogacar. E il leitmotiv a questo punto è: chi gli arriverà dietro? Si corre per il secondo posto.

«Quando ha visto che eravamo riusciti ad isolare Carapaz ha raccontato il veronese Davide Formolo, prezioso e infaticabile compagno di squadra dello sloveno alla Uae Emirates -, mi ha chiesto come stavo e quando gli ho detto che ero ok mi ha detto apri il gas.... Ho dato il massimo, poi ci ha pensato lui».

Ieri un finale d'autore, negli ultimi 33 chilometri, con due salite cattive davanti e un tempo infame, Taddeo ha fatto davvero il bello e il cattivo tempo. Non ce n'è per nessuno: li semina tutti. Alla fine alza anche il piede dall'acceleratore, e risparmia Dylan Teuns, belga di 29 anni già vincitore di un tappone due anni anni fa (a la Planche des Belles Filles, ndr) e gli lascia vincere la tappa. Se è per questo arriva con Izagirre e Wood ed evita di fare la volata. Classe e testa, i campionissimi sono anche questo. «Sono felice di quello che ho fatto dice il bimbo -: mi sono divertito e spero di divertirmi ancora. Il Giro finito? No, Pogacar è il mio più grande avversario».

Oggi c'è un'altra tappa alpina, con cinque colli da scalare.

Starà a lui decidere se infierire o stare buono buono a guardare.

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