Russia 2018

La carica dei 36 superstiti per tifare un po' "Italia"

È la Croazia la nazionale della serie A che fin qui ha più stupito. Gli argentini i più numerosi: 7

La carica dei 36 superstiti per tifare un po' "Italia"

Trentasei. È il numero degli italiani ancora in corsa nella Coppa del Mondo. Un viaggio che, si spera per loro, possa concludersi nel migliore dei modi. Ovvero, con quel trofeo d'oro da alzare al cielo. Chi di questi campioni è ancora in lizza per quel sogno chiamato Mondiale? Scopriamolo assieme.

Partiamo dalla Croazia, forse la squadra che finora ha meravigliato più di tutte le altre. Una nazionale che può contare sui vari Perisic, Mandzukic, Brozovic, Strinic e Badelj, e che ha dominato il suo girone con tre vittorie tre. Peraltro, in uno di questi match, si è divertita a ridicolizzare l'Argentina di Messi.

Come Croazia e Argentina, anche l'Uruguay, capace di fare filotto di successi, schiera cinque calciatori italiani: Caceres, Vecino, Torreira, Bentancur e Laxalt, cavalieri al servizio della Celeste guidata dal tandem esplosivo Cavani-Suarez. Attenzione, però: questa sera si trova di fronte il primo vero ostacolo, e cioè il Portogallo di CR7 (e dell'impalpabile Andre Silva).

A sorpresa ha staccato il pass per gli ottavi la Svizzera di capitan Lichtsteiner, Rodriguez, Behrami, Dzemaili e Freuler. Decisivo, ai fini della qualificazione degli elvetici, il successo sulla Serbia di Milinkovic, Kolarov (gol all'esordio con il Costa Rica), Milenkovic e dell'incostante Ljajic.

Per contro, è stato un Mondiale da incubo per alcuni big del nostro campionato: da Khedira (Germania) a Koulibaly (Senegal, dove però si è rivisto Niang), a Benatia (Marocco).

Delusione abnorme pure per i sette italiani della Polonia, tutt'altro che magnifici in un girone, quello con Colombia, Giappone e Senegal, che li vede sul fondo della classifica. Male Milik e Zielinski, ma il peggiore in assoluto è stato Szczesny. Per lui, due uscite a vuoto che sono costate care ai suoi. Se Buffon, parole di Szczesny, a questo Mondiale avrebbe tifato la Polonia, forse Gigi si sarà messo le mani nei capelli e si chiederà se ha fatto bene a lasciare la porta della Juve in eredità all'ex giallorosso. In casa bianconera, intanto, sugli scudi Cuadrado (un gol con la Colombia) e Matuidi (Francia), che proseguono la loro marcia.

E se il Brasile di Alisson, Miranda e Douglas Costa (ko e torneo già finito) sembra, a questo punto del Mondiale, tra le favorite per il successo finale, mette soggezione un po' a tutti il Belgio di Dries Mertens, autore di uno dei gol più belli di questa edizione. Una vera delizia, la sua. Come quelle a cui ci ha abituato Dybala, peccato che Sampaoli non lo veda proprio. Così come Higuain e Biglia, utilizzati col contagocce. E Fazio ed Ansaldi? Mai scesi in campo al pari di Mario Rui e Zapata, eppure ancora in corsa come i danesi Cornelius e Stryger Larsen.

Se ventuno italiani sono già tornati a casa, in trentasei, dunque, continuano a sognare ad occhi aperti. In questo elenco, va detto, manca Nikola Kalinic. Ma il milanista, lupus in fabula, ha avuto la brillante di idea di farsi cacciare dal ct.

Sogno ma non resto.

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