Il mercato ai tempi del far play se lo fanno direttamente i calciatori. Cassano telefona a Pazzini e gli fa: «Dai, ci scambiamo?». E l'altro: «Dai scambiamoci». È una grande intuizione, così si fa molto prima, anzi è già fatta, Milan e Inter spalle al muro si sono solo arrese. E poi dicono che Cassano è un fuori di testa. «Ha chiesto di essere ceduto - ha detto il dottor Galliani -. Impossibile trattenerlo». E così ieri sera la cena con il Pazzo ha sancito la stretta di mano: Fantantonio più 7 milioni all'Inter e il gioco di maglie è fatto. Oggi le firme.
Magari ha ragione il procuratore Andrea D'Amico quando dice che la serie A sta facendo un mercato virtuoso, compra a poco, valorizza, rivende e fa plusvalenza. Ma lo scambio Pazzini-Cassano fatica a rientrare in questo genere di virtù. Sembra quasi che l'Inter pur di scaricare Giampaolo Pazzini si sia caricata Cassano. E il Milan uguale. Le tifoserie sono stradivise sul baratto, nessuno dei due si garantisce una maglia e l'idea è anche che nessuno dei due serva veramente alla causa. In questi casi in genere si dichiara esattamente il contrario e così Adriano Galliani dice: «Pazzini mi è sempre piaciuto». E di Massimo Moratti si ricorda come abbia sempre tentato di portare il barese in nerazzurro, fin dalla sua nascita.
Del resto fino ad ora non è successo molto, anzi non è successo proprio niente, Van Persie e Lucas sono andati dove ci sono i soldi, Kakà pare in direzione Premier, De Rossi è stato bloccato da un'insurrezione popolare, Cavani forse si lascerà convincere da De Laurentiis e accetterà un ritocco del contratto. Con la promessa che la prossima stagione lascerà Napoli, proprio come fece Lavezzi. A breve Gaston Ramirez firma per il Southampton a titolo definitivo, un altro arrivato in serie A da semisconosciuto, pagato 6 milioni al Penarol e trattato ora per circa 17. Arrivi oltre frontiera zero, anzi no, il francese Paul Labile Pogba non è solo uno di prospettiva e la Juventus può farne il nuovo Patrick Vieira, strappato allo United a costo zero, particolare che ha fatto infuriare Alex Ferguson, una delle poche soddisfazioni che ci siamo presi con le altre Leghe. Che poi Ferguson deve fare il bravo perché a sua volta aveva rapito Pogba al Le Havre con relativa denuncia del club francese alla Fifa per trattativa illegale. Adesso si parla di Dzeko, Fernando, De Jong, il 24enne nazionale danese Nicklas Bendtner, centravanti dell'Arsenal, 1,94 metri d'altezza, è un possibile scambio con Philippe Mexes che al Milan ha tragicamente fallito. Per Fernando Llorente Bilbao si sta facendo sempre più incandescente. Più che arrivare in serie A, si rifugia in Italia, accusato di alto tradimento dalla tifoseria basca che lo ha minacciato di morte. La Juventus dopo aver girato l'intera Europa alla ricerca di un bomber di livello, potrebbe chiudere per una ventina di milioni per poi lasciare Fabio Quagliarella allo Zenith di Luciano Spalletti. Ma non sarà semplice perché l'Athletic Bilbao vuole la cifra inserita sulla clausola rescissoria pari a 36 milioni e il clima non è dei migliori per chiedere sconti a un presidente che se gira per la città trova solo scritte inneggianti alla mamma di Lloriente. Comunque dopo Benzema, Higuain, Aguero, Dzeko, Pazzini e Van Persie, la Juventus sta vedendo un minimo di luce, con un rumors credibile in arrivo dalla capitale, e cioè Pablo Osvaldo che Zdenek Zeman vede con poco entusiasmo. Ma di scoppiettante c'è poco, sempre che James Troisi, centrocampista 24enne del Kayserispor, Super Lig turca, pagato domenica pomeriggio 500mila euro, sia un crack.
Di buono c'è che si trova sempre qualcuno pronto a ricordarci come la serie A non sia più competitiva, la gerarchia del calcio cambiata e gli sceicchi, ormai arresi a un calcio che da loro non decolla, comprino solo club in cui possono competere. E in genere questi club non sono i nostri. Nel grafico qui sopra si evince chiaramente come la serie A abbia pensato prima a incassare, con una nuova minaccia. Dopo i calciatori potrebbero andarsene anche i presidenti. Giampaolo Pozzo sta aprendo una breccia.
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