Allegri traballa e non molla Frenata sull'addio al Milan

Galliani: "Il caffè è andato bene...". E il tecnico scala in bici il Sacro Monte per sciogliere un voto. Barbara: "Non ci sono divergenze tra papà e l'ad"

Allegri traballa e non molla Frenata sull'addio al Milan

Fermate i motori. Un brusco stop fa seguito all'accelerazione delle ultime ore. E così il nodo della panchina del Milan resta un nodo da sciogliere nei prossimi giorni. Forse addirittura nella prossima settimana. Non c'è una spiegazione ufficiale, qui bisogna fidarsi di mezze frasi e di molte interpretazioni libere. Il fatto è questo: dell'annuncio solenne neanche l'ombra. E l'incontro tra Galliani e Allegri, considerato decisivo per sciogliere il famoso nodo, risulta alla fine “un niente di fatto” lasciando aperte le porte anche alla più clamorosa delle opzioni, e cioè un recupero del rapporto tormentato tra Milan e Allegri. Quando ci sono di mezzo il calcio, Berlusconi e Galliani mai dire mai fino al comunicato ufficiale del club. Il colloquio di due ore, consumato in via Turati ieri mattina, tra l'ad e il tecnico non può essere liquidato come una «conversazione amichevole durante la quale abbiamo preso un caffè», parole di Max Allegri circondato da una schiera di telecamere, microfoni e taccuini. Soprattutto quando Galliani, in serata, rafforza l'ipotesi della marcia indietro: «Il caffè è andato bene...». Improbabile inoltre che la discussione tra il vice-Berlusconi e il tecnico in organico al Milan si sia arenata sul terreno viscido di una liquidazione da reclamare per fine rapporto. Non è nelle abitudini del club riconoscerla, non rientra nemmeno tra le convenienze dello stesso livornese (se il Milan rifiutasse, lui resterebbe legato per un anno ancora, da esonerato, e quindi impossibilitato ad accettare la proposta della Roma). Più probabile invece che per due ore Galliani e Allegri abbiano passato in rassegna i motivi che sono alla base della sfiducia del presidente Berlusconi e magari intravisto un qualche spiraglio per ricucire il rapporto mai sfilacciato direttamente, compromesso semmai dai “relata refero” ora di questo, ora di quell'esponente dello staff presidenziale. Perciò risulta assolutamente fasulla la pista di un successivo incontro tra Allegri e Sabatini, inviato della Roma a Milano. Nel pomeriggio di ieri, Allegri, in compagnia di Mauro Tassotti, Maldera e Landucci, i componenti dello staff insomma, hanno inforcato le biciclette e scalato il sacromonte di Varese, raggiungendo il santuario e onorando così il voto fatto in tempi non sospetti nel caso di raggiungimento del terzo posto e della Champions. Ricorda molto da vicino la trovata di Prandelli e dei suoi all'europeo di Polonia.
I motori fermi confermano anche la forzatura di certe chiavi di lettura circa i rapporti tra Berlusconi e il suo fedelissimo braccio destro Adriano Galliani. Sull'argomento Barbara Berlusconi può affidare all'agenzia Ansa una frase che chiude un dibattito sterile: «Le ricostruzioni che ho sentito e letto in queste ore mi sembrano esagerate e non corrispondono a verità. La linea tra mio padre e Galliani è comune ed è sempre la stessa da 27 anni e cioè l'interesse del Milan». Defilata invece la figlia del Cav sulla questione allenatore. «Non sono cose che mi competono» la chiosa. Perché questa è una patata bollente e ci si può scottare senza la necessaria esperienza. E se Galliani, tra un rinnovo (biennale a Bonera, contattato dalla Juve) e l'altro (prossimo colloquio riservato ad Ambrosini), fa sapere di non avere granché da raccontare e di preparare il viaggio a Londra per la finale di Champions a fine settimana, si capisce che la questione resta aperta almeno per qualche giorno. Proprio mentre tornano alla ribalta, come trascinati dall'esempio dei “colleghi“ interisti, gli esponenti della curva rossonera, scesi in campo durante la contestata rivoluzione estiva al fianco del Milan e ieri decisi a “contestare“ la scelta Seedorf. «O Allegri o un allenatore vero» la loro posizione finita su tutti i siti. Che l'olandese non abbia molti estimatori dalle parti di Milanello non è una novità ma nemmeno un ostacolo conoscendo il temperamento di Silvio Berlusconi.

Piuttosto il suo agente, partito per il Brasile, ha il compito non proprio semplicissimo, di sciogliere il contratto col Botafogo e di dare una controllatina ai requesiti regolamentari per ottenere la deroga dal centro tecnico di Coverciano.

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