Champions, Monaco amara Il Real Madrid adesso trema

Gli spagnoli non sfatano la tradizione. Ozil pareggia il gol di Ribery, ma i tedeschi non si arrendono. Ronaldo delude, risse continue. Stasera Chelsea-Barcellona

Champions, Monaco amara  Il Real Madrid adesso trema

Dura lex, sed lex. La dura legge europea dell’Allianz Arena, tabù per 14 delle ultime 15 squadre transitate dallo Schlauchboot (in tedesco gommone, il soprannome affibbiato allo stadio bavarese per la sua forma) è pagata anche dal Real di Mourinho: in dieci precedenti, zeru vittorie e un solo pareggio (nel 2004 in una sfida diretta negli ottavi) per gli spagnoli nell’arena del Bayern. Che vorrebbe tornare a casa sua, fra 31 giorni, per giocarsi la finale. La 12ª perla di Mario Gomez, ora a due passi da Messi nella stagionale classifica dei bomber della Champions, fa esplodere sui titoli di coda la maggior parte degli «imbarcati» sul Gommone e tiene aperta la partita di ritorno al Bernabeu.

Risultato giusto, considerando la partita dei bavaresi, anche se lo storico gol del tedesco di origine turca Ozïl (il 158° del Real in una stagione, eguagliati i mitici blancos stagione 1959/1960, quelli con Di Stefano) stava per rovinare i piani di Heynckes. Pur mantenendo l’ago della bilancia dalla parte di Mourinho, a caccia della sua terza finale di Champions con tre squadre diverse.
Sgradita sorpresa per i giocatori del Real dopo il riscaldamento: secondo il racconto dell’edizione on line del quotidiano spagnolo Marca, un ignoto ladro - forse un collezionista di cimeli calcistici - aveva rubato tre paia di scarpini di Cristiano Ronaldo e altrettanti del francese Benzema e del tedesco Ozïl. Negli spogliatoi, peraltro sorvegliati con telecamere, il ladro aveva sottratto anche diverse maglie. Il Real ha presentato denuncia all’Uefa, ma deve forse prendersela anche con i suoi magazzinieri, che si erano assentati per un caffè.

La maggior parte dei 70mila «imbarcati» sul Gommone spinge i bavaresi. La partita è bella e per nulla tattica, come avrebbe lasciato prevedere la logica del doppio confronto di andata e ritorno. Pochi i colpi proibiti, quasi tutti nella parte conclusiva del match (con Webb che estrae cartellini a raffica dopo una gestione più inglese del match) a differenza di quanto racconta l’ultratrentennale storia della sfida. Nel primo quarto d’ora il Real prende in mano le redini del match (paratona di Neuer su Benzema), ma quando il «nervosissimo» Ribery comincia ad affacciarsi dalle parti di Casillas sono dolori. Il francese prova a procurarsi un rigore (il leggero tocco di Sergio Ramos non può però commuovere il duro Webb), poi sfrutta un rimpallo nel mischione dell’area madridista trovando il «buco» tra molte gambe - comprese quelle del compagno Luiz Gustavo, in posizione di offside e che forse ostacola la visuale del portiere del Real.
E dire che la camiseta blanca poteva essere nel destino di Scarface, come i tifosi del Galatasaray avevano ribattezzato Ribery ai tempi della sua esperienza a Istanbul. A fine 2009 la stampa tedesca lo dava in partenza per Madrid a suon di milioni di euro, nell’affare che avrebbe portato Robben in casa dei bavaresi. Non se ne fece nulla e da allora Ribery aspettava a gloria la sfida con i Galacticos.

Il Real fatica nella costruzione del gioco, visto che Heynckes ha disposto bene i suoi in campo (importante la presenza dell’incontrista Luiz Gustavo), così mancano gli acuti di Cristiano Ronaldo (inceppato sulle punizioni e ipnotizzato da Neuer in un’occasione) mentre Mou resta afono in panchina. Il gol di Ozïl, nato da un’azione insistita di Ronaldo e Benzema, rimette in parità il match, ma l’1-1 sta stretto al generoso Bayern.

Gomez e Muller, subentrato a Schweinsteiger, mancano il bersaglio ma il primo fa centro proprio in chiusura e accende il Gommone oltre che l’impeto di Marcelo, autore di un brutto intervento sullo stesso Muller. «Vi aspetto a Madrid», la frase minacciosa del brasiliano a fine partita. Al Bernabeu sarà una battaglia.

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