Chapecoense, un anno dal disastro aereo

Il 28 novembre del 2016 l'aereo della Chapecoense si schiantò sulle montagne colombiane. La vedova di una delle vittime: "Le famiglie non saranno più le stesse"

Chapecoense, un anno dal disastro aereo

È già passato un anno esatto dal disastro aereo che ha colpito la squadra brasiliana della Chapecoense. Il 28 novembre del 2016, infatti, il velivolo su cui viaggiavano i carioca si è schianato vicino a Medellin, in Colombia. La Chape avrebbe dovuto giocare la semifinale d'andata della Copa Sudamericana contro l'Atletico Nacional e invece in 71 persone tra calciatori, staff, dirigenti e giornalisti a seguito, persero la vita in quella terribile tragedia.

Si salvarono solo in sei, tra 3 giocatori della Chapecoense, un radiocronista, Rafael Henzel e due membri dell'equipaggio della LaMia, compagnia aerea boliviana: Ximena Suarez ed Edwin Tumiri. L'ex portiere Follmann ha subito l'amputazione parziale di una gamba ed è diventato ambasciatore del club. A distanza di un anno l'ex estremo difensore ha dichiarato: "Ho ancora dolori alla caviglia sinistra. Ho dovuto reimparare a camminare. Prima dell'incidente avevo sognato che l'aereo sarebbe caduto. Mia moglie non ci credeva. Il sogno l'ho fatto di venerdì, lunedì l'incidente".

Mara Paiva, vedova dell'ex calciatore e commentatore di Fox Sports Mario Sergio si è sfogata con ET: "La Chapecoense ha già ingaggiato 34 giocatori, le emittenti tv nuovi giornalisti. Ma le famiglie non saranno mai più le stesse. Fox aveva già fatto dei reportage sui voli pericolosi della Chape nelle settimane precedenti". L'assicurazione ha offerto 200.

000 euro a famiglia dopo la tragedia ma questa proposta è stata rigettata visto che la compagnia assicurativa ha addossato tutta la responsabilità sulla compagnia aerea e sul suo pilota deceduto nell'incidente. Le famiglie delle vittime ora esigono di sapere realmente cosa sia successo quel giorno, per cercare di avere parzialmente giustizia e per mettere una pietra sopra a una tragedia senza precedenti.

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