Sono volati gli stracci, ieri. Come se fossimo in piena stagione e non rinchiusi tra quattro mura, aspettando che il virus sparisca e cercando di capire se davvero il campionato di calcio potrà ripartire. Il merito degli stracci', tutto sommato benvenuti dopo settimane di polemiche più politiche che calcistiche, è innanzi tutto di Giorgio Chiellini: a ruota, Mario Balotelli e Felipe Melo. Chiellini, intanto: il quale, dopo avere detto pesta e corna dei due colleghi nel libro autobiografico Io, Giorgio (Sperling & Kupfer), ha rilanciato il messaggio in un'intervista a Repubblica spiegando che «Balotelli è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. In Confederations Cup contro il Brasile, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti. Uno anche peggiore era Felipe Melo: il peggio del peggio. Non sopporto gli irrispettosi, quelli che vogliono essere sempre il contrario degli altri. Con lui si rischiava sempre la rissa. Lo dissi anche ai dirigenti: è una mela marcia».
Apriti cielo, ovviamente. Perché né Balotelli né Melo hanno subìto senza replicare. In ordine cronologico, prima il brasiliano oggi al Palmeiras, arrivato a Torino nel 2009 dopo essere stato strapagato (25 milioni: la Fiorentina ne aveva spesi 8 un anno prima), strapazzato da Ferrara, sopportato o poco più da Zaccheroni e Delneri: «Quando ero a Torino, non ho mai mancato di rispetto a nessuno. A questo punto, però, per lui non ne ho per nulla. E mai ne avrò. Dice che io sia il peggio del peggio? Beh, lui se la faceva sempre addosso. E poi, scusate: troppo facile parlare male degli altri con un libro. Forse 'questo difensore' è ancora arrabbiato con me perché, quando sono andato al Galatasaray, abbiamo dato loro degli schiaffi eliminandoli dalla Champions (2-2 a Torino, 1-0 a Istanbul). Oppure perché poi l'Inter ha vinto tutto. E io sono interista. Lui è così: fa sempre il fenomeno. E mi viene in mente anche che battemmo l'Italia 3-0 nella Confederations Cup 2009, vinta poi dal Brasile: forse rosica pure per questo. Inoltre, a livello internazionale, non ha vinto proprio niente. Dicendo certe cose, ha dimostrato di essere poco professionale: questa è mancanza di rispetto».
Quindi, Mario Balotelli via Instagram: «Io almeno ho la sincerità e il coraggio di dire le cose in faccia. Tu dal 2013 avresti avuto tante occasioni per farlo, comportandoti da vero uomo: non l'hai fatto. Chissà cosa dirai un giorno dei tuoi compagni di oggi, sei uno strano capitano Se questo vuol dire essere un campione, allora preferisco non esserlo. E alla maglia azzurra non ho mai mancato di rispetto».
Dulcis in fundo, anche il rapporto di odio' verso l'Inter': «Non posso non odiarla - ha spiegato Chiellini - ma il 99,9 per cento delle volte che ho incontrato fuori dal campo persone con cui mi sono scannato in partita, ci siamo fatti due risate. L'odio sportivo è quello che ci spinge a superare l'avversario: è una componente essenziale dello sport».
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