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Lo choc svedese ha contagiato tutti i bianconeri

Lo choc svedese ha contagiato tutti i bianconeri

P er Max Allegri «è stato il miglior primo tempo della stagione» e «il risultato è stato deciso dagli episodi». Potrebbe essere, ma l’atterraggio della Juventus a Genova, sponda super-Sampdoria, dopo la pausa (choc per noi) internazionale, non è dei migliori. Il risveglio tardivo, con due gol in una manciata di minuti nel finale, rende ancora più amara la seconda sconfitta stagionale per Madama. Se è vero che gli episodi si voltano dall’altra parte, è anche vero che, come dicevano i latini “audentes episode iuvat”, cioè l’episodio aiuta gli audaci. E la Juventus quest’anno è audace a sprazzi, non ha continuità ed è sovente disattenta. Ormai è evidente che non è più imperforabile. Anno dopo anno ha smarrito la solidità difensiva e ora cerca di bilanciare questa perdita con le spallate dell’attacco. Però se sei granitico in retroguardia, poi puoi sempre sperare di trovare un gol, ma se ne prendi tre uno dietro l’altro, la rimonta sfuma perché la scalata è troppo impervia. Si è molto parlato delle ricadute psicologiche del dopo eliminazione sui giocatori reduci dal lunedì nero del nostro calcio. Ma ieri a Genova pareva che quelli usciti dal Mondiale di Russia 2018 non fossero gli italiani, ma tutti gli altri, cioè quel numero elevato di juventini che al Mondiale ci andranno. Da Mandzukic a Higuain, con quest’ultimo che ha sprecato molto davanti, prima dell’inutile fiammata finale, da Lichsteiner, sovrastato da Zapata in occasione del vantaggio doriano, a Khedira che, sul 3-0, invece di contrapporsi a Ferrari ha alzato le braccia perdendosi a protestare e perdendo pure il difensore doriano. Insomma il contraccolpo per la cacciata dell’Italia, almeno in casa bianconera, dal Mondiale sembra essere pesato più sugli stranieri. Lo dimostra la lucidità finale di Giorgio Chiellini: «Ci manca concentrazione».

Vangelo.

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