Forte e bella, e anche col fisico bestiale. Simone Inzaghi non perde occasione per spiegare che dietro i successi dell'Inter c'è il lavoro di tutto lo staff, dai medici ai preparatori e ai collaboratori tecnici che lo affiancano da sempre, come il vice Massimiliano Farris. L'Inter corre veloce e non solo metaforicamente. Nessuno ha avuto quest'anno così pochi infortuni come l'Inter, soprattutto un merito più che semplice fortuna. E anche adesso che l'infermeria è affollata come mai prima (Acerbi, Thuram, Calhanoglu e Frattesi), nessuno sembra veramente preoccupare (Frattesi addirittura potrebbe già recuperare per lunedì, quando a San Siro arriverà il Genoa).
L'Inter vola dal primo all'ultimo minuto. Ha risolto partite sbloccandole in avvio, altre le ha chiuse nel finale. Il calcio di Inzaghi accoppia velocità e tecnica, ogni giocata sembra studiata a tavolino: rapidissimi rovesciamenti di fronte in cui mezza squadra sa catapultarsi in pochi istanti nell'area avversari, con effetti spesso devastanti per gli avversari. I numeri raccontano di una squadra perfetta, se esiste la perfezione nel calcio: nessuno segna così tanto e subisce così poco. In Europa, non solo in Italia.
Forte e divertente al punto da chiedersi da quanto non c'era un'Inter tanto bella, ammesso che ci sia mai stata. L'Inter di Inzaghi, ormai prossima allo scudetto della seconda stella, è destinata a entrare nel pantheon nerazzurro come quella del Trap con l'allora record dei punti, o quella di Simoni col miglior Ronaldo di sempre e ovviamente quella di Mourinho e del suo finora ineguagliato Triplete.
Difficile stabilire quale fra queste squadre sia stata la più forte: epoche e avversari differenti, diverso anche il calcio. Alla fine un criterio può essere l'albo d'oro, e allora la squadra di Mourinho sta ovviamente ancora davanti a tutte (2 scudetti e la Champions, più una Coppa Italia e la Supercoppa).
Forse più semplice dire chi è più bello, a prescindere che per i tifosi vincere è bello sempre. L'Inter dei tedeschi era solida e concreta, fortissima per almeno un anno e forte per 3, ma all'epoca la squadra veramente bella era il Milan di Sacchi e in più a Napoli c'era Maradona. Nel Triplete c'erano la gloria e sostanza, un po' meno lo spettacolo.
L'Inter di Simoni è durata un anno solo, ma quella stagione col Fenomeno resterà per sempre nella memoria di chi c'era. Inarrivabile campione in un gruppo eccellente, ma non superlativo: una Coppa Uefa, più le polemiche scudetto con Ceccarini, Iuliano e la Juventus, mai sopite.
Allora, soprattutto lo spettacolo di un singolo, mentre oggi, nell'Inter lo show è collettivo, più di squadra, per quanto con un leader definito, Lautaro. I bilanci a fine ciclo, ma Inzaghi anche qui è sulla buona strada.
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