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Com'è Normal One quel Mourinho "zeru tituli"

Mai successo in 10 anni. La disastrosa stagione made in England del portoghese. Umiliato dall'odiato Pellegrini e col Chelsea ko in tutto: "Ma ho lottato fino all'ultimo"

Com'è Normal One quel Mourinho "zeru tituli"

Londra - Un tempo la esclamava per irridere gli avversari. Oggi è la sigla sulla stagione del suo ritorno a Londra. Zeru tituli. Mai in un decennio ai vertici del calcio continentale José Mourinho aveva chiuso l'annata a mani vuote. Neppure nella sua ultima travagliata stagione a Madrid, quando si era aggrappato alla supercoppa spagnola. Poco più di un'amichevole estiva, ma pur sempre un trofeo da rivendicare. Da accogliere nel suo splendido palmares (20 titoli). Che lui lucida e spolvera in spregio ai molti critici. Eppure non è una sorpresa per Mou, questa carestia. Per cautelarsi aveva infatti parlato di stagione di transizione, quella su cui costruire i successi del futuro. Per la prima volta l'ex Special One giurava di voler programmare, non cannibalizzare il presente. «Ho fissato standard troppo alti - l'orgoglio di Mourinho -. Nessuno ha vinto come me. Dopo l'Inter del triplete, l'apice della mia carriera, ho comunque vinto una Liga, una Copa del Rey e una supercoppa spagnola, sempre contro la squadra più forte del mondo (il Barcellona di Pep Guardiola, ndr). E anche quest'anno ho lottato fino in fondo nelle due competizioni più importanti».

Esatto. Così come la sensazione che il suo ritorno allo Stamford Bridge sia stato tutto sommato average. Ordinario, nella media. Fuori anzitempo dalle due coppe nazionali, in Champions League il Chelsea è rimasto in corsa fino alla capitolazione contro l'Atletico di Diego Simeone. Per Mou la consolazione dell'ottava semifinale europea (record), rovinata però dalla sesta eliminazione ad un passo dalla finale (altro record). In Premier League il rallentamento finale è avvenuto contro le piccole. Uno stridente paradosso perché contro Manchester City e Liverpool il Chelsea ha fatto il pieno di punti, mentre negli ultimi due mesi ha perso tre volte contro comprimarie (Aston Villa, Crystal Palace e Sunderland). Addirittura cinque (su sei) i passi falsi stagionali contro squadre di rango inferiore. Chelsea terzo, come lo scorso anno, recita la classifica. Ma con un minor distacco rispetto alla vetta, si è affrettato a sottolineare Mou. Eppure 12 mesi fa Benitez si congedava con l'Europa League. Come in un balletto dell'invidia, convince poco il Mou che sminuisce il successo del suo predecessore. Così come i complimenti rivolti a Pellegrini, manager del Manchester City campione d'Inghilterra.

L'antipatia tra i due risale ai tempi di Madrid quando Mou gli era subentrato sulla panchina del Bernabeu. Con gran stile aveva commentato: «Se mi esonerano di certo io non finisco ad allenare il Malaga». Che l'ingegnere Pellegrini ha guidato, e bene, fino allo scorso maggio. Prima di essere preferito allo stesso Mou per i Citizens. Nella sua prima stagione inglese, il cileno ha alzato al cielo campionato e Coppa di Lega. Più che una rivincita.

Un trionfo, reso ancora più vendicativo dalla stagione trophyless del portoghese.

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