La coppa d'Africa ultima chance di Cuper L'ex tecnico dell'Inter guida l'Egitto favorito

L'«Hombre vertical» ha l'occasione di cancellare l'etichetta di eterno perdente

Luigi Guelpa

L'Hombre Vertical riparte dall'Egitto per strapparsi dalla giacca l'etichetta dell'eterno secondo o del perdente di lusso. Il 5 maggio è un ferita che per Hector Cuper non si è ancora del tutto rimarginata. Ha provato a riciclarsi in mezzo mondo (Georgia, Turchia, persino negli Emirati Arabi) senza portare a casa lo straccio di un trofeo. Collezionando semmai critiche, esoneri e dimissioni a raffica. Da due anni l'Egitto è la sua nuova casa e la Coppa d'Africa in Gabon, che parte domani con la sfida tra Gabon e la cenerentola Guinea Bissau, potrebbe diventare per l'ex allenatore dell'Inter l'occasione del grande riscatto. Cuper guida i faraoni dal 2 marzo 2015, li ha qualificati al torneo continentale a spese di una corazzata del calibro della Nigeria. Porta in dote una squadra zeppa di talenti, a partire dal centravanti della Roma Mohamed Salah e il fantasista Ramadan Sobhi dello Stoke, con ottime possibilità di salire sul gradino più alto del podio. Ora o mai più viene quasi da dire, anche perché la federcalcio del Cairo versa a Cuper uno stipendio da 160mila euro al mese, che non sono proprio noccioline. Per la cronaca insieme al polacco Kasperczak, timoniere della Tunisia da 480mila euro l'anno, è l'unico a portare a casa uno stipendio con una certa regolarità. Gli altri dieci tecnici stranieri presenti in Gabon non vedono soldi da mesi, alcuni di loro, è il caso del ct serbo dell'Uganda Sredojevic, non hanno ottenuto una sola mensilità. Sono le solite cattive abitudini di un calcio che produce ottimo materiale umano, ma che risulta sempre perdente per disorganizzazione e corruzione diffusa.

La 31esima edizione del torneo vedrà la presenza di 12 «italiani», mai così tanti nella storia della kermesse. Detto di Salah, ci saranno tra gli altri Koulibaly e Ghoulam del Napoli, Benatia e Lemina della Juve, Kessie dell'Atalanta e Keita della Lazio. Nella stanza dei bottoni di Zurigo la Fifa sta seriamente valutando se invitare la Caf, (la Uefa africana) a organizzare il torneo ogni quattro anni, per non congestionare i calendari, per evitare di mandare in crisi i club che perdono per un mese alcuni pezzi da novanta, ma soprattutto per consegnare dignità a un torneo che sta perdendo di appeal. In Gabon non è prevista l'invasione degli 007 d'Europa. Quello che c'era da scoprire ormai è già stato rivelato. Sono finiti i tempi di Eto'o, Drogba o Yaya Touré, il «re leone» della kermesse è il padrone di casa Aubameyang, centravanti del Borussia Dortmund. Ci sono tanti giocatori interessanti, ma di un nuovo George Weah all'orizzonte neppure a parlarne.

A fare la voce grossa saranno i club cinesi, che approfitteranno del torneo per portarsi a casa, a suon di dollari, nonostante il tetto salariale imposto dal governo, alcuni tra i più attesi protagonisti.

E a proposito di pronostici il Senegal sembra la squadra più accreditata, segue a ruota l'Egitto e la Tunisia, mentre il Gabon con qualche colpo gobbo casalingo, e i gol di Aubameyang, potrebbe trovarsi sul podio. La Coppa d'Africa ha perso anche lo status di vetrina delle giovani promesse, mentre l'Egitto esibisce il calciatore più vecchio di sempre: il 44enne portiere El Hadary.

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