Giro d'Italia

Giro d'Italia: corsa fatta per sir Wiggins, Nibali lancia l'inseguimento

La cronometro di sabato prossimo dirà quanti minuti dovranno essere recuperati sul baronetto. L'italiano, Evans e Sanchez cercano il miracolo. Tutte le tappe (MAPPA)

Giro d'Italia: corsa fatta per sir Wiggins, Nibali lancia l'inseguimento

nostro inviato a Napoli

Quartier generale a Castel dell'Ovo, presentazione delle squadre in piazza Plebiscito, caldo sole e dolce brezza sul golfo: erano anni che il Giro non partiva così bello. Napoli non è esattamente la capitale del ciclismo, non proprio come Amsterdam o Copenaghen, ma ci prova con molto coraggio (e oltre un milione di euro). Uguale coraggio, e anche parecchia fortuna, servirà ai ciclisti che oggi si giocheranno la prima maglia rosa nel circuito cittadino: arrivare al traguardo con le ossa integre e la bici intera sarà già una bella impresa. Le ragioni? Se le strade d'Italia, dopo inverno rigido e rigida spending-revew, si presentano tutte sinistrate, quelle di Napoli riescono ad esserlo ancora di più. La tappa, facilissima come tutte le tappe d'apertura, rischia di trasformarsi così in un gioco d'alto equilibrismo, degno della migliore tradizione circense. Che la Provvidenza provveda. E se non provvede la Provvidenza provvederà il Pronto soccorso.

C'è poco da stupirsi: da come l'hanno raccontata in vario modo e a vario titolo i Malaparte e i De Filippo, i Totò e gli Arbore, questa è pur sempre la capitale delle contraddizioni. Grandi bellezze e grandi sentimenti, grandi miserie e grandi debolezze. Il sindaco De Magistris, il piemme prestato alla politica e mai più restituito, investe sulla vela e sulla bicicletta, richiama in zona appuntamenti di prestigio e affabula di ecologia, ma proprio negli stessi giorni si ritrova i carabinieri sotto il municipio con due inviti a presentarsi, uno per sé e uno per l'assessore alla viabilità Anna Donati, «nell'ambito dell'inchiesta sui danni causati dalle buche presenti nelle strade della città»: nei provvedimenti emessi dal piemme Stefania Buda e dal procuratore aggiunto Francesco Greco si ipotizzano i reati di attentato alla sicurezza stradale e omissione di atti d'ufficio.
Non serve una perizia tecnica per inquadrare la situazione: la carovana del Giro può tranquillamente testimoniare. Come fondo stradale, sarà un po' Parigi-Roubaix e un po' Giro delle Fiandre. Andante mosso. Molto mosso. Quasi frullato.

Niente paura: si chiama comunque Giro d'Italia, cioè esercizio supremo di coraggio e di fatica. Il fachirismo di maggio cattura ancora le suggestioni del Paese, non c'è il minimo dubbio che persino le strade scornacchiate di Napoli aggiungeranno fascino all'avvenimento.
A seguire, il resto della storia: domani cronosquadre sull'isola di Ischia, quindi il grande Sud del Cilento, di Matera, della Puglia, per arrivare all'appuntamento fatale di Saltara, sabato prossimo: 56 chilometri a cronometro serviti su un vassoio d'argento a Sir Bradley Wiggins, Baronetto di Sua Maestà, meglio noto nell'ambiente come il Barone Arrembante. Quel giorno l'inglese, che ha già vinto il Tour nello stesso modo, metterà in banca il suo tesoretto, quindi si metterà a ruota degli sfidanti fino alla chiusura di Brescia.
Gli sceneggiatori di questo reality rosa non hanno lavorato molto di fantasia. La trama è di una semplicità monumentale: il Giro 2013 sarà una grande caccia a Wiggins. Lui circolerà con un bersaglio disegnato sulla schiena, una muta di inseguitori cercherà di abbatterlo. In senso buono. Ma sarà dura, molto dura. Inutile nasconderselo. Fingere che il Giro sia equilibrato, come cerca subdolamente di fare il Minculpop rosa, è fuorviante: non è vero che le montagne previste nell'ultima settimana equivalgono alla mostruosa cronometro di Saltara. Come conseguenza, non è vero che Wiggins abbia le stesse possibilità degli altri. La verità nuda e cruda è molto diversa: questo Giro è spudoratamente personalizzato sul profilo di Wiggins, gli altri dovranno vestirsi da Nembo Kid per riuscire a batterlo. Se lui vince è una cosa normale, persino doverosa. Se Nibali, o Evans, o Sanchez gli arrivano davanti, è un mezzo miracolo.

Così, si parte dal lungomare più bello d'Italia con un pronostico molto singolare: stavolta non bisogna indovinare chi vincerà il Giro, ma se Wiggins riuscirà a perderlo.

Commenti