Così uguali, così diversi La strana sfida fra Benitez e Mazzarri

Uno ha vinto tanto, l'altro poco; uno non rischia e l'altro vacilla. Ma uniti dai numeri: stanno facendo peggio dei predecessori

Così uguali, così diversi La strana sfida fra Benitez e Mazzarri

Gli opposti che si attraggono. Napoli-Inter è anche una questione di panchine scambiate. La scorsa estate Rafa Benitez è sbarcato a Castelvolturno subito dopo la fine dell'era Mazzarri, mentre negli stessi giorni Walter Mazzarri ha preso possesso dell'ufficio alla Pinetina che tre anni fa lo spagnolo occupò per pochi mesi. Due allenatori così diversi. Rafa dopo aver giocato nelle giovanili del Real Madrid è partito subito dall'alto, dalla Liga spagnola. Invece Walter dopo aver tirato calci al pallone in provincia, ha fatto tutta la gavetta in panchina. E vanta un fiore all'occhiello più unico che raro: non è mai stato esonerato. Mentre lo spagnolo prima di conquistare l'Europa e il mondo tra Valencia, Liverpool, Inter e Chelsea per due volte è stato licenziato. Ovviamente non può che essere opposto il conto dei trofei: dieci a uno per Benitez.

I due si affrontano per la prima volta in Serie A perché Benitez disse addio ai nerazzurri proprio prima di Inter-Napoli, e non può essere una partita normale. Mazzarri torna da avversario al San Paolo, dove De Laurentiis ha voluto un allenatore internazionale per far vincere una grande dal palmares provinciale, con tanto di frecciate all'ex mister. L'Internazionale invece ha scelto un tecnico “provinciale” per ridare certezza e sicurezza all'ambiente dopo l'azzardo Stramaccioni.

Finora nessuno ha vinto la scommessa. Benitez in campionato viaggia più lento del predecessore: ha conquistato un punto in meno dopo quindici giornate, è terzo in classifica ed è staccato di otto lunghezze dalla capolista Juve. Mazzarri l'anno scorso a questo punto era secondo, a due punti dai bianconeri. Però adesso non riesce a fare meglio della Strama-Inter: tre punti in meno, dal terzo al quarto posto e svantaggio triplicato dalla Signora, da 4 a 12 punti.

Ecco perché per entrambi è un crocevia fondamentale della stagione. Benitez ci arriva dopo un'immeritata eliminazione in Champions che ha comunque lasciato il segno, ma soprattutto dopo gli ultimi altalenanti risultati in campionato. In particolare in casa dove la sconfitta col Parma e il pareggio con l'Udinese hanno fatto nascere i primi malumori. Non se la passa meglio Mazzarri che non ha mai perso fuori casa, ma è reduce da tre pari di fila e da quando Thohir è presidente non ha mai vinto, coppa Italia esclusa. Passi falsi di fronte ai quali tutti e due hanno chiesto acquisti ai datori di lavoro. De Laurentiis sembra disposto ad accontentare Benitez: Musacchio, Matuidi, Kolarov e la ciliegina Lamela. Thohir, invece, sembra avere il “braccino” e alimenta i presunti mal di pancia di Mazzarri che chiede una punta e un fantasista tra Lavezzi, Menez e Chicarito Hernandez. Per arrivarci bisogna però fare un sacrificio, l'indiziato è Guarin.

Due allenatori agli opposti anche nelle rispettive fiduce presidenziali. Saldissimo Benitez, meno Mazzarri per via di voci che si rincorrono, da Frank de Boer a Diego Simeone. E allora il duello serve per chiarire meglio anche le ambizioni: scudetto o zona Champions per il Napoli, terzo posto o anno zero per l'Inter. Benitez si aggrappa a Higuain, Mazzarri a Palacio. Due attaccanti, due argentini, anche loro dalle storie così diverse.

Il San Paolo che Benitez ha conquistato subito e che però potrebbe non ammettere altri passi falsi dello spagnolo, si dividerà nell'accoglienza tra chi si sente tradito e chi porta riconoscenza a Mazzarri.

Un tecnico provinciale che col Napoli sfiorò i quarti di Champions, mentre l'internazionale Benitez non è nemmeno entrato negli ottavi. Una piccola rivincita per chi però sogna un altro dispetto con un'Inter che non vince a Napoli dal 1997. Alla fine domani sera Rafa e Walter saranno ancora agli opposti tra applausi e fischi.

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