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Covid e soldi, è un tennis a nervi tesi

Sempre più litigi e sul montepremi... Oggi Sinner-Djokovic e Sonego-Zverev

Covid e soldi, è un tennis a nervi tesi

È un tennis a fior di pelle, quello nella quiete di Montecarlo chiusa per Covid. Si gioca senza pubblico, e forse per questo le lamentele dei giocatori si sentono più forti, una sequela di litigi e di dichiarazioni un po' fuori posto mentre il mondo lotta per sopravvivere. Non è facile per carità essere un atleta di questi tempi. Eppure c'è di peggio, e c'è chi tende a dimenticarselo.

Prendiamo per esempio Benoit Paire, sceso in campo tutto vestito di scuro e no-logo, impegnato come al solito a far del male al suo talento, dopo aver lottato tre set al primo turno per poi chiudere la partita con uno svogliato doppio fallo: «Ma che mi importa - ha detto alla fine - quest'anno qui sembra di giocare al cimitero. Son sceso in campo perché ho preso 12mila dollari per stare in hotel e poi torno a casa qua vicino: è perfetto».

Paire non è al primo show del genere, ma il problema dei soldi sembra proprio quello che più sta a cuore a certi giocatori. In tempi di pandemia il montepremi del torneo è passato da oltre 5 milioni di dollari a poco più di 2. E per qualcuno scannarsi per portare a casa al massimo 250 mila dollari, l'assegno previsto per il vincitore, è quasi un insulto. L'altro francese Gilles Simon l'ha confermato chiaro: «Non ne possiamo più, questa cosa della bolla ci sta sfiancando. Serve più a proteggere i tornei che i giocatori e la crisi ha rivelato un sistema in cui solo a noi è richiesto di fare sforzi. Siamo tutti nervosi e a Montpellier ho quasi insultato un arbitro per un warning: ho esagerato, però...».

Così poi capita che i match diventino un corpo a corpo, con Fucsovics che perde con Sonego accusandolo di averlo distratto volutamente con i suoi grugniti e Travaglia che viene quasi al confronto diretto con Carreño Busta, per poi far la pace e perdere. In tutto questo però chi tiene i nervi saldi è il tennis italiano, che ieri ha visto passare al secondo quasi in contemporanea, e su tre campi vicini Sinner, Fognini e Cecchinato. A loro si è appunto aggiunto Sonego con Caruso, per un quintetto che sogna in grande.

L'unico che si è perso davvero è Matteo Berrettini contro il talento spagnolo Davidovich Fokina, ma il numero 8 del mondo tornava dopo tre mesi a curarsi l'infortunio australiano agli addominali, e dunque non c'è da sorprendersi: «La forma verrà, sapevo bene le difficoltà che avrei trovato». E mentre gli altri litigano e si lamentano, oggi i nostri si godono una giornata speciale: Sonego per esempio incontrerà Zverev, ma soprattutto Sinner avrà il suo mezzogiorno di fuoco nientemeno che con Novak Djokovic.

Comunque vada, per loro, c'è da stare sereni.

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