C'era una volta una coppia che non era una coppia. E che giocava raramente insieme. Erano i tempi di Allegri, il quale spiegava che «Dybala gioca sempre nello stesso ruolo, ma ha caratteristiche particolari. Ronaldo è più punta: per rendere al meglio al suo fianco, occorre fisicità. Si possono anche schierare entrambi, perdendo però delle situazioni. Se però al Real ha giocato per dieci anni con Benzema, ci sarà stato un motivo». Certo che sì: non per nulla, lo scorso anno era stato Mandzukic il partner iniziale di CR7. E poi c'era stato anche il solito Higuain. Di Dybala, insieme al portoghese, non granché. E altrettanto sarebbe successo nell'attuale stagione, se la Joya non si fosse ribellata alla cessione: Paratici e tutta la Juve lo avrebbero salutato volentieri, nel corso dell'estate. Per i motivi di compatibilità tattica di cui sopra e per quelli di bilancio: impossibili da ignorare, come peraltro testimonia la recentissima operazione di mercato con il Barcellona che ha coinvolto Pjanic e Arthur. Cedere Dybala avrebbe infatti generato una plusvalenza clamorosa, dal momento che a bilancio l'argentino pesava per una quindicina di milioni e che in Inghilterra sponda United e Tottenham - ragionavano sull'opportunità di pagarlo un centinaio. Lui ci ha pensato un po' su, a dire il vero mai troppo convintamente: alla fine è rimasto a Torino quasi per ripicca e il resto è la cronaca di questa stagione. Cominciata senza il posto da titolare, più o meno prenotato dall'altro ribelle Higuain, più centravanti di lui: l'alternanza è stata così dettata dagli eventi, l'umore è sempre stato positivo e pian piano la Juve ha capito di essere stata baciata dalla fortuna nel non averlo ceduto qualche mese prima. Il gol a San Siro con l'Inter del 6 ottobre, il primo del suo campionato, è stato il segnale che Dybala c'era e ci sarebbe stato. Anche nel ritorno, quello giocato allo Stadium senza pubblico per le note vicende del covid: gol bellissimo in mezzo ai marcantoni della difesa nerazzurra, bruciati da una giocata in controtempo e da un tocco di esterno tanto improbabile quanto efficace.
L'ultimo gioiello prima del lockdown. Poi, il virus che lo ha colpito in prima persona: quaranta e più giorni di stop, insieme alla fidanzata Oriana, a un amico che gli fa da factotum e alla signora che si occupa delle faccende domestiche. Tutto dimenticato, anche se con qualche fatica di troppo. Fino alla ripresa degli allenamenti e del campionato. Con reti meravigliose: a Bologna, con il Lecce e infine contro il Genoa. Palla all'incrocio dei pali e tanti saluti, per un bilancio che in campionato al momento recita dieci gol e altrettanti assist.
Con la sensazione che la convivenza con Ronaldo sia finalmente possibile: «Abbiamo cambiato qualcosa a livello di movimenti ha spiegato Sarri - ma l'intesa tra i due è migliorata giocando di più insieme. Adesso si cercano di più, anche in allenamento». Il che, per la concorrenza, suona come una discreta minaccia.
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