Nostro inviato a Recife
Costa Rica e tormenti, quasi da notte insonne. C'è il caldo ma non ci sarà il time out. Ieri i giocatori hanno accerchiato il delegato Fifa, ma se ne sono tornati ad orecchie basse. Poi che dire di Buffon e Barzagli? L'allenamento finale nello stadio Pernambuco ha detto: tutti presenti, solo Cassano e pochi altri hanno finito prima. Ma in conferenza stampa, affiancato da Balotelli che ascoltava curioso, Prandelli ha introdotto qualche distinguo. «Buffon si è allenato bene per tre giorni. C'è un po' di gonfiore, poca roba. Se la reazione sarà buona, giocherà. Barzagli un giorno è fermo e un giorno si allena, vedremo come sarà il dolore prima della partita. Sennò c'è chi è pronto per sostituirlo». Nel caso Bonucci, che un posto lo vorrebbe comunque. Più facile che torni il portierOne e resti in panca il difensore. Ma stavolta il ct ha espresso il dubbio senza dirlo: il timore di una ricaduta, magari una botta in partita, per Buffon esiste. Se non fosse quel signore con tanto di credibilità e pedigrèe passerebbe un pomeriggio in panca. Così invece
Italia già fatta, certezze a centrocampo e in attacco, un po' meno in difesa. Copione simil Inghilterra: nel gioco e nei rischi, nei reparti credibili e in quelli a sudor freddo. Conferenza stampa iniziata con dieci minuti di ritardo, che poi è stato il leit motiv della giornata degli azzurri partiti all'alba dal ritiro di Portobello, tra pioggerellina, ma la sera prima era stato diluvio, e altri segnali di grigiore. Volo dall'aeroporto militare di Santa Cruz: decollato con un'ora di ritardo. Poi l'allenamento nell'orario della partita con le prove calore. «Qui sembra tutto normale, ma il clima non è normale», ha spiegato il ct. «Abbiamo voluto vedere: all'una e mezzo c'erano 29 gradi con 57% di umidità. Poco più tardi i gradi erano 40 con più del 70% di umidità». Bere tanta acqua e giocar lento, dice il rimedio che poi è il primo credo del tecnico. «Ho visto squadre che sanno alzare il ritmo ed hanno più esplosività, mentre le europee hanno più resistenza. Saranno partite dove ci sarà da soffrire. Ma noi abbiamo un'idea di gioco e dobbiamo riproporla ed accentuarla».
Meglio fare Costa Rica più grande di quanto sia. La batosta rifilata all'Uruguay fa impressione e fa gioco per mantenere la squadra concentrata ed evitare uno dei difetti tipici del nostro calcio: meglio aver soggezione, altrimenti c'è rischio di far la fine dei polli.
Prandelli tinteggia i costaricensi come una squadra che gioca bene al calcio. E fin qui
«Ben organizzati, si conoscono a memoria. Sono temibili, hanno tre attaccanti di grande qualità che vanno in profondità e Campbell è un giocatore moderno con un bel tiro». Se li è studiati a memoria, tanto da offrirsi al posto di Balotelli per spiegare le qualità del portiere avversario che, in effetti, è un bel muro umano. Balo ha risposto laconico: «Non conosco». E Prandelli ha replicato: «Se volete, ve ne parlo io». Quasi una gag, ma mica troppo: in fondo il relatore tecnico è lui, non il suo centravanti.
C'è di tutto un po' in questa vigilia: la grande attesa e la grande speranza. Difficile dissimulare l'una e simulare l'altra. Non va dimenticato che l'attuale ct è sempre arrivato in fondo ai due tornei disputati: europei e Confederation cup. Stavolta ci riprova.
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