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Dallo yacht al salvagente. Sarri aggrappato a Cristiano

Il tecnico dalla visita in mare a CR7 al pericolo naufragio "Non è un club di dilettanti. Non mi cacciano per una gara"

Dallo yacht al salvagente. Sarri aggrappato a Cristiano

Fine giugno 2019: Maurizio Sarri, neo allenatore della Juventus, fa visita a Ronaldo e, al largo del mare della Costa Azzurra, gli promette che farà di tutto per metterlo al centro del proprio gioco, magari aiutandolo a stabilire qualche nuovo record. Agosto 2020: dentro uno Stadium vuoto per le note vicende, Sarri chiede al suo fuoriclasse di prendere per mano la Signora e di condurla a Lisbona, sede delle Final Eight di Champions League. Avversario il Lione di Rudi Garcia (proprio lui: l'ex allenatore della Roma), vincitore 1-0 all'andata e reduce dal settimo posto nella Ligue 1, piazzamento che non gli permetterà di partecipare ad alcuna competizione europea per la prima volta dal 1997. Insomma: ai bianconeri non servirà l'impresa delle imprese per passare il turno, ma è un fatto che la recente vittoria dello scudetto è arrivata con il fiatone e pure sul futuro dello stesso Sarri sotto contratto per altre due stagioni - pesano alcune incertezze. «Non credo che la mia permanenza a Torino dipenda dall'esito della sfida contro i francesi ha detto lui -. Se così fosse, decidendo sull'onda emotiva, i dirigenti della Juventus si comporterebbero da dilettanti. Io invece sono convinto di avere a che fare con persone di altissimo livello che avranno già fatto le loro valutazioni: se hanno deciso di cambiare, lo faranno indipendentemente dal risultato contro il Lione».

Avanti, comunque sia. Con Ronaldo immaginato nelle vesti di trascinatore (Dybala andrà in panchina), quelle che gli piace indossare sul palcoscenico europeo: 129 gol finora (ma solo due nell'attuale edizione), nessuno come lui. «Ha giocato tante partite in poco tempo, si è riposato per un paio di giorni e poi ha ripreso con bella intensità. In allenamento ha anche segnato un gol di una bellezza assoluta». Si riparte da lui. Inevitabilmente. Anche se i rapporti personali non sono sempre stati idilliaci: è però troppo forte il desiderio di arrivare al bersaglio grosso per immaginare che non ci sia unione di intenti. Se poi il castello crollerà già stasera - qualunque cosa pensi Sarri - potrebbe succedere di tutto. Compreso un cambio di guida tecnica, con le ultime voci che coinvolgono anche Paulo Sousa oltre ai soliti Pochettino e Simone Inzaghi.

Atmosfera strana, insomma. Ma anche il forte desiderio di passare il turno solo nel 2016, in tempi recenti, la Juve è uscita negli ottavi per andare poi a confrontarsi in gara secca contro una tra Manchester City e Real Madrid: quello è il livello della Juve, non certo quello di un Lione che in ogni caso, rispetto all'andata, recupera il capitano Depay, che a dicembre si era rotto i legamenti del ginocchio al pari del centrocampista Reine-Adélaide, vittima del medesimo infortunio negli stessi giorni. Garcia ha spiegato che «di solito è favorito chi ha vinto 1-0 la partita di andata ma, visto il valore dell'avversario, siamo 50 e 50. La Juve di adesso prende più reti: non siamo qui solo per difendere, ma anche per segnare. Se faremo un gol, sarà più facile qualificarci».

Parola al campo.

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