Nostro inviato a Montecarlo
La città che vive al contrario rispetto al resto del mondo non è più la stessa. Qui dove lo spread è un concetto straniero da tenere al confine, qui dove la crisi si misura, nel peggiore dei casi, dalla lunghezza degli yacht in rada a proposito, si stanno accorciando -, qui la F1 ha riacceso i motori tale e quale a quando li aveva spenti. Cioè confusa. Litigiosa. Sospettosa. In ballo la solita questione delle gomme da cambiare per il prossimo Gp, in Canada. Le gomme che da fattore determinante in gara sono purtroppo diventate fattore condizionante fuori gara. Toccano e inquinano e tormentano ogni pensiero, ogni respiro del paddock. Prendete la hit parade dei tempi di ieri. Prima fila Mercedes, ovvero Rosberg ed Hamilton, ovvero quella stessa coppia che in Spagna, di sabato, aveva monopolizzato pole e posto a latere. Per di più nello stesso ordine. Però memori tutti del poco combinato in gara causa degrado delle gomme, ecco che Rosberg dice non siamo messi male però non me la sento ancora di sbilanciarmi. Il tedesco non si sbilancia, il tedesco si nasconde, ma la verità è che sul giro secco non ce n'è per nessuno. E' sugli altri giri che potrebbe essercene. Però Monaco è pista lenta, è asfalto amico del degrado Mercedes, dunque lo riduce. Tanto più che gli uber alles sono arrivati nel Principato tronfi degli ultimi aggiornamenti. Dove? Ma ovvio, alle sospensioni posteriori. Perché? Ma ovvio, per cercare di mettere una pezza al consumo delle gomme. Ancora loro. Gomme, gomme, gomme.
Sensazioni positive, quelle ferrariste, ma che dipendono da quanto lontane o vicine saranno sabato le Lotus (Raikkonen 7° e Grosjean 8° con brutto botto) e le Red Bull (Webber 5° e Vettel 9° a 1'' e 2). Seb che dice mi serve più velocità, Seb tradito ieri dal kers. Seb, soprattutto, nero con le gomme. Sempre loro.
POLEmicamente
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