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La Dea in picchiata si schianta a Bergamo e addio Europa League

L'Atalanta perde male contro il Lipsia, lascia il calcio che conta ed è sempre più in crisi

La Dea in picchiata si schianta a Bergamo e addio Europa League

«No, non è un obbligo vincere l'Europa League». Solo che al triplice fischio, il colpo di mano con cui alla vigilia Gasperini si era tolto pesi dalla spalla, non ha rimosso sino in fondo la polvere dalla serata di Bergamo. C'era più di un credito con il destino da riscuotere. Al banco dei pegni dell'Europa, Bergamo tutta ci aveva lasciato amor proprio e rimpianto, per quella semifinale di Champions 2020 sfuggita in pieno recupero con il Psg, poi in semifinale proprio con il Lipsia. Esattamente lo stesso Lipsia che vince al Gewiss Stadium e la nuova semifinale se la conquista con merito, per quanto visto sui 180 minuti. Soprattutto in questa sfida di ritorno, che la Dea avrebbe voluto onorare con il risultato, anche nel ricordo dei 10 anni senza Morosini.

Le premesse c'erano tutte, la scenografia pure: i 22 gradi che battezzano il primo tempo tolgono le sciarpe dal collo e le fanno volare al cielo, come anche Percassi e Pagliuca fanno all'indirizzo della curva, poco prima del fischio d'inizio. Con i nerazzurri che sfruttano l'ampiezza del campo: Malinovskyi spinge a destra e Zappacosta chiude dall'altro lato al 5'. Tedesco e i tedeschi però hanno imparato la lezione dell'andata e non regalano il primo tempo all'avversario. Il movimento dei tre davanti tiene bassa e guardinga la difesa atalantina, con il risultato di reparti lunghi e strappi in avanti degli ospiti. E il Lipsia, che aveva fatto le prove generali in precedenza, passa sulla destra d'attacco: palla lunga per Laimer su campo aperto, Zappacosta è alto e a rincorrere ci pensa Freuler, ma in mezzo per Nkunku non deve fare altro che buttarla dentro da due passi. Il francese si abbassa a prendere palla e detta la profondità.

Più statico, dall'altra parte, è invece Zapata, che solo nella ripresa beneficia dell'imprevedibilità portata da Muriel. Proprio al cambio campo, Koopmeiners calcia ed Henrichs in barriera tocca di mano. Nuova punizione e Malinovskyi spara trovando spalla sinistra e poi braccio destro di Olmo: al Var, Lahoz dice che non è penalty, ma restano molti dubbi sulla decisione. A 10' Musso rischia il patatrac: aspetta l'intervento di Palomino e lascia sfilare la palla su taglio di André Silva, con Laimer per poco impossibilitato a ribadire in porta. La partita si innervosisce, diluviano gialli e piove il cross di Zappacosta su cui Hateboer impatta in spaccata senza centrare lo specchio. Nkunku al 22' si beve Palomino e a botta sicura trova la spalla di Musso, con palla in corner. A 4' dalla fine, Poulsen ha spazio di manovra per servire Nkunku in area: Hateboer è lontano, il piede di Musso no. Rigore e gol numero 30 in stagione. Al settimo di recupero, Zapata gira un sinistro in area che deraglia a lato. Come il cammino dell'Atalanta in coppa, ma non come il pubblico atalantino. In piedi ad applaudire, nonostante tutto.

E a sperare che ora sia il campionato a regalarle un posto in Europa anche per il prossimo anno.

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