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La Dea sogna di fare come il Leicester

L'Atalanta pensa in grande. Ripetere l'impresa delle Foxes non è utopia

La Dea sogna di fare come il Leicester

Abbiamo ancora negli occhi il Leicester di Claudio Ranieri, quella meravigliosa creatura che vinse la Premier League contro ogni pronostico. Fu un risultato straordinario, che sfondò i limiti del leggendario consacrandosi tra le imprese sportive più grandi di tutti i tempi. Quel Leicester divenne in poco tempo la squadra di tutti, metafora calcistica di Davide contro Golia e favola che fece sognare milioni di tifosi in tutto il mondo.

Quattro anni dopo, c'è di nuovo una squadra azzurra, ma in questo caso anche nera, che vuole scrivere un'altra pagina indelebile della storia del calcio. È la splendida Atalanta di Gian Piero Gasperini, che con un avvio clamoroso non può non essere considerata tra le reali pretendenti allo scudetto.

Sebbene la squadra del Gasp non sia più una sorpresa, nessuno si sarebbe aspettato di vederla così in alto a questo punto della stagione. Perché oltre ai risultati, l'Atalanta risplende anche sul piano del gioco e, all'interno dei confini nazionali, sembra a tratti quasi una macchina perfetta.

Mentre il Leicester fu una fuoco improvviso (la stagione precedente si salvò alla fine), la fiamma nerazzurra arde ormai da anni. Dopo la qualificazione all'Europa League e quella storica in Champions, per l'Atalanta è arrivato quindi il momento di affrontare un ultimo step, quello più difficile. Per questo, il terzo posto di un anno fa non si può più considerare un punto d'arrivo, bensì uno di passaggio, dal momento che questa squadra sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per, quantomeno, provarci. Anche perché, dopo nove partite, il Leicester campione aveva appena 16 punti in classifica, a meno cinque dal primo posto. Oggi, invece, i bergamaschi ne hanno 20 con la Juve a sole tre lunghezze.

Per intensità e caparbietà, la Dea ricorda quelle Foxes, che prima di tutto erano un gruppo unito e affiatato, e ciò, alla fine, costituì la loro forza. Ranieri impostò un modulo ben definito (4-4-2), compattando la difesa e puntando sul contropiede: queste furono le basi per il successo più incredibile della sua vita. Nulla sarebbe stato possibile, però, senza i 24 gol di Vardy, le magie di Mahrez e i mille Kanté che sembravano scendere contemporaneamente in campo ogni partita.

Anche Gasperini lavora sempre e solo su un modulo ma, a dispetto del tecnico romano, per l'ex Genoa il primo comandamento non è «Non prenderle» ma piuttosto «La miglior difesa è l'attacco», come confermano i numeri di un reparto offensivo stellare, dove brillano Gomez, Muriel, Ilicic e Zapata (ora infortunato). L'Atalanta, infatti, ha mandato a segno già 9 giocatori (per il Leicester furono 13) per un totale di 28 reti in nove giornate, più di tre gol a partita. È la prima volta in Italia nell'era dei 3 punti e, in Europa, solo Ajax e City stanno facendo meglio.

Tra somiglianze e differenze, la Dea si sente pronta per ripercorrere il cammino che portò il Leicester sull'Olimpo, il monte greco, appunto, casa degli dei.

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