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Discipline di contatto in corto circuito

Il medico sportivo Casasco: «Gli atleti hanno una doppia protezione»

Discipline di contatto in corto circuito

Le misure per contenere la diffusione del Covid-19 si estendono ad altri sport ed è per questo che discipline come l'atletica, la scherma, il ciclismo, lo sci e il rugby in Italia hanno scelto la quarantena. Eppure calcio, basket e pallanuoto hanno invece deciso di disputare le gare, seppure a porte chiuse. È la contraddizione nel decreto anti-Coronavirus, che prova a mettere ordine nello sport, con risultati non sempre soddisfacenti. Ad esempio, per il timore di contagio la Lazio pallanuoto, dopo essersi vista negare la possibilità del rinvio, ha annunciato che non andrà in trasferta a Brescia per la sfida di A1. La Federazione ha sospeso i campionati di A2, B, Under 17 A e A2 femminile e l'hockey ghiaccio l'Alps League. Curioso invece che a Livigno sia stata confermata la coppa del mondo di snowboard.

Intanto la Lega di A, in applicazione alle nuove disposizioni del Governo, ha redatto un vademecum per garantire la salvaguardia della salute pubblica di quei «pochi intimi» (500 persone o giù di lì) che saranno autorizzati ad entrare allo stadio, in una domenica surreale di campionato con partite giocate a porte chiuse. Nell'incontro tenutosi tra la Federazione Medico Sportiva Italiana e la Lega calcio, sono state date ulteriori indicazioni a società e atleti. Tra queste, c'è quella di evitare qualsiasi contatto con i tifosi, e dunque niente selfie e niente autografi, neanche all'uscita dei centri di allenamento; inoltre il cerimoniale di gara verrà attuato senza bambini o altri accompagnatori e senza strette di mano. «Bisogna seguire le buone pratiche igieniche, questa è la maggior raccomandazione. Intanto noi medici facciamo il possibile», così Maurizio Casasco, presidente della FMSI e dell'Efsma, federazione Europea Medici dello Sport, e consigliere indipendente della Lega di A.

Negli ultimi giorni Casasco ha avuto meeting a 360 gradi con i medici dei club di A oltre che con quelli di ciclismo e basket: «Lo sportivo si trova nella condizione uguale agli altri con una doppia protezione. Poi ovviamente non è immune perché vive nella società civile, non si contagia durante la partita ma più facilmente con un evento fortuito come camminare per la strada». E sul caso della Lazio pallanuoto ha aggiunto: «Farsi prendere dal panico non serve, ci sono precise indicazioni da seguire perfino a livello di controllo delle vasche». Ieri l'esecutivo dell'Eifma a Murcia.

«Abbiamo condiviso il protocollo italiano come base di omogeneizzazione per le linee guida a livello europeo, abbiamo fatto ancora da locomotiva».

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