Discoteca e torneo a porte aperte: ora Novak Djokovic è positivo al Covid

Il numero uno del tennis ha organizzato un torneo senza precauzioni. Poi si è scatenato in discoteca. Otto i contagiati

Discoteca e torneo a porte aperte: ora Novak Djokovic è positivo al Covid

Anche Novak Djokovic è positivo al Covid-19. Il campione di tennis ha annunciato la sua positività, e quella di sua moglie, al coronavirus e ha acceso ancor di più la polemica sul torneo Adria Tour, organizzato proprio dal tennista, che in queste settimane si sta svolgendo in Serbia e Croazia. Prima di lui avevano annunciato la loro positività anche Dimitrov, Coric e Troicki. Pochi giorni fa era stato diffuso un video che vedeva protagonista proprio il numero uno mondo mentre si lanciava in balli sfrenati in discoteca a Belgrado, senza rispettare le minime norme di distanziamento.

Il "focolaio Adria Tour"

Novak Djokovic si è sottoposto ai test nelle scorse ore a Belgrado, subito dopo il rientro da Zara dove è stata giocata l'ultima partita del torneo, non ancora concluso ma di fatto sospeso. Domenica prossima ci sarebbe dovuta essere la finale, proprio a Zara, che avrebbe visto protagonista sul rettangolo di gara Novak Djokovic. Il nome del numero uno al mondo va ad aggiungersi a una lunga lista di contagi che comprende, oltre ai già citati, anche Marko Paniki e Christian Groh, allenatori di Djokovic e Coric. La moglie di Novak non è l'unica congiunta a essere stata contagiata, perché anche la consorte di Troicki è risultata positiva ai test per il coronavirus. Novak Djokovic e la sua famiglia sono stati sottoposti ai test come da profilassi per essere entrati in contatto con il primo positivo del torneo ma nessuno di loro ha finora sviluppato sintomi. Sarebbero, quindi, finora otto i contagi complessivi del torneo: 4 tennisti, 2 allenatori e 2 mogli. Numeri non sottovalutabili che fanno parlare di un vero e proprio "focolaio Adria Tour", nella speranza che nei prossimi giorni non ci sia una crescita esponenziale.

Il contagio e le posizioni no vax di Djokovic

Nel comunicato, il tennista assicura che osserverà la quarantena di 14 giorni e rispetterà le indicazioni attuali sulla cura e per il contenimento del contagio. "Tutto ciò che abbiamo fatto nell'ultimo mese, lo abbiamo fatto con il cuore puro e le intenzioni sincere. Il nostro torneo era destinato a unire e condividere un messaggio di solidarietà e compassione in tutta la regione", ha spiegato Novak Djokovic nel comunicato con il quale ha reso nota la sua positività. "Abbiamo organizzato il torneo nel momento in cui il virus si è indebolito, ritenendo che le condizioni per ospitare il Tour fossero state soddisfatte. Sfortunatamente questo virus è ancora presente ed è una nuova realtà con cui stiamo ancora imparando a convivere. Spero che le cose si allentino nel tempo in modo da poter riprendere la vita così com'era. Sono estremamente dispiaciuto per ogni singolo caso di infezione", ha proseguito il tennista.

Solo poche settimane fa, in piena pandemia, Djokovic è stato centro delle polemiche per le sue dichiarazioni sui vaccini, che gli sono valsi il soprannome di "Novax" Djokovic. Il campione si era detto contrario alla vaccinazione, anche se questa si fosse resa indispensabile per viaggiare. "Sono contrario alla vaccinazione contro il coronavirus e non vorrei essere costretto a vaccinarmi perpoter viaggiare: se dovesse diventare obbligatorio, dovrei prendere una decisione", aveva detto durante un'intervista social ad aprile.

Selfie, pubblico e feste in discoteca per Djokovic

In realtà, la polemica sull'Adria Tour non è così recente e, soprattutto, non nasce con il primo caso di positività, quello di Grigor Dimitrov. A indignare l'opinione pubblica era stata la quasi totale mancanza di dispositivi di sicurezza e attenzione alle misure di contenimento del contagio. Gli spalti pieni, i selfie con i tifosi e, non ultime, le serate in discoteca avevano sollevato ben più di qualche rimostranza. Sembrava tutto tornato alla normalità e questa falsa convinzione ha fatto sì che venissero allentate tutte le precauzioni. I fatti, però, raccontano un'altra storia e adesso il rischio è quello di aver riattivato il focolaio a Zara e a Belgrado. Dimitrov è stato il primo a sospettare il contagio, avvertendo una stanchezza sospetta. Immediato il suo ritiro e il ritorno a Montecarlo per effettuare il test, risultato positivo al coronavirus. Ma nel frattempo lui e gli altri si erano resi protagonisti di eventi con tantissime persone felici di incontrare i loro idoli.

La festa in discoteca è stata l'apice di tutto questo. La serata in uno dei locali più noti di Belgrado senza le minime precauzioni è stata stigmatizzata da più parti e il comportamento dei tennisti biasimato da altri campioni, primo fra tutti Andy Murray: "Quanto accaduto in questi giorni non ha dato una bella immagine del tennis".

Le parole del campione sulle colonne del Times hanno riassunto il sentimento del movimento tennistico mondiale, che fatica a risalire la china dopo il lockdown e che potrebbe uscirne ancora più debole da questi comportamenti.

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