Match comunque piacevole, nella logica dei due pugili: Fragomeni teso ad accorciare la distanza, il polacco pronto al pugno duro. Fragomeni ha dato la sensazione di una inferiorità non solo fisica, eppure ha combattuto con coraggio ed attenzione, tenendo botta e match equilibrato fino a quei pochi secondi finali del quarto round quando tutto stava finendo in clinch: braccia ingrovigliate, ma il polacco con astuzia ha liberato il sinistro per sganciare il colpo corto. Fragomeni ha sentito il clic della luce spenta, si è steso sul traguardo per ritrovare lucidità, lo zigomo sinistro aperto come una arancia sbucciata, sangue zampillante. I guantoni leggeri da 10 once, che garantiscono meno protezione alla durezza del colpo, gli hanno giocato contro. Forse la pelle sotto l'occhio è invecchiata più velocemente della testa. Attimo di distrazione fatale, forse neppur completamente corretta l'azione del polacco che ha sfruttato l'inerzia dell'arbitro. Ma la via del ring talvolta è un angolo di ghetto. Fragomeni ha capito l'errore, ha cercato un bel recupero nella quinta ripresa, ma lo zigomo si è fatto più gonfio.
Fine dell'avventura americana. Chissà l'avventura pugilistica? Fragomeni ha scoperto che Chicago è la sua Fat City, la città amara che ti dice basta. Torna nella realtà.RiSi
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