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Doccia fredda in Arabia: non c'è solo la Red Bull a far male alla Ferrari

A Gedda la Rossa chiude 6ª e 7ª. E scopre di essere dietro anche ad Aston Martin e Mercedes

Doccia fredda in Arabia: non c'è solo la Red Bull a far male alla Ferrari

Le Red Bull viaggiano realmente su un altro pianeta. Le Ferrari invece cantano una canzone di Lucio Dalla: come è profondo il mare. Tra le due rosse e le Red Bull non ci sono solo più di 35 di distacco, che sarebbero già abbastanza per fasciarsi la testa, ci sono anche Aston Martin e Mercedes. La Ferrari oggi è la quarta forza del campionato ed è inutile scervellarsi su chi avrebbe dovuto chiudere davanti tra Sainz e il Leclerc furioso. Quella definita dal ceo Benedetto Vigna «una monoposto che non avrà precedenti in termini di velocità», oggi è una macchina che non riesce a stare davanti neppure ad Aston Martin e Mercedes. Solo Leclerc le ha regalato un sabato da leoni in qualifica. Il resto non è noia. È una batosta.

Dopo il risveglio amaro del Bahrain c'è stata la conferma in Arabia Saudita. La Ferrari non si è rotta, ma è lontanissima dai primi su una pista dove l'anno scorso aveva lottato fino in fondo con Max chiudendo con il minino distacco della stagione a 55. Ma un anno fa era un altro mondo. Dopo due gare Leclerc aveva 55 punti, una vittoria e un secondo posto con due giri veloci. La Ferrari ne aveva 78. Oggi ha in tasca solo 26 punti che sono già 61 in meno della Red Bull. Leclerc è stato competitivo solo nel primo stint quando aveva un vantaggio di mescole e ha recuperato fino al quinto posto, poi con le medie non è mai riuscito a entrare in zona DRS con il compagno e chiedere la posizione via radio è stato un po' eccessivo. «Dobbiamo lavorare, abbiamo bisogno di sviluppi», la parola di speranza dei piloti.

Là davanti Sergio Perez si è confermato re dei circuiti cittadini aggiungendo ai successi di Baku, Montecarlo e Singapore quello di Gedda. Ha avuto solo un'esitazione al via, quando Alonso lo ha bruciato ma poi si è beccato 5 dai penalità perché si era schierato fuori posizione. Una penalità mal pagata in regime di Safey Car che alla fine gli sono costati altri 10 di penalità quelli che lo hanno fatto scivolare giù da podio che sarebbe stato il 100° della sua carriera.

Perez ha potuto tenere il ritmo da astronave che gli consentiva la sua Red Bull, mentre Verstappen risaliva dal 15° posto al secondo, per poi fermarsi lì, senza mettere in imbarazzo il team. Max si è divertito davvero. Solo a una manciata di giri dalla fine ha rivisto qualche fantasma, ha cominciato a raccontare di rumori strani, di sensazioni che gli ricordavano quelle delle qualifiche quando aveva dovuto parcheggiare ai box. Max ha sfruttato anche la Safety Car mandata dentro con una certa fretta dopo il ritiro di Stroll, ma ce l'avrebbe fatta comunque. Ha chiuso a 53 dal compagno di squadra, ma proprio all'ultimo giro si è preso il punto addizionale per il giro veloce che gli ha consentito di restare davanti in classifica. Il campionato 2023 ha già un vincitore annunciato. Se dietro non si danno una mossa e la Red Bull mette a posto la sua affidabilità, tutto il resto rischia di essere noia.

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