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Domani caccia alla 9ª vittoria Ma l'Udinese non perde in casa da 22 partite

Domani la Roma va al Friuli sempre a caccia di record. Vincendo la 9ª partita di fila in campionato eguaglierebbe il primato della Juve di Capello e prolungherebbe la striscia probabilmente mondiale di Mehdi Benatia: il difensore festeggia i tre punti da 15 gare di fila, le prime 7 furono a Udine e davvero si capisce quanto fosse importante per la retroguardia bianconera (balbettante in Europa al punto da essere eliminata nel playoff) e ancor più nella capitale, con appena un solo gol subìto, dal parmigiano Biabiany. «Non pensiamo ai record - garantisce Rudi Garcia -, non sono importanti. Conta solo la concentrazione su partita e avversaria, non ha senso fare tabelle, né guardare troppo avanti».
Con Guidolin, i friulani partono regolarmente piano, ora sono in miglioramento e in grado di stoppare la rivelazione del continente, tantopiù priva di Totti. Il sornione francoiberico conferma: «Non è mai una buona notizia quando una squadra perde il suo miglior giocatore e nella nostra rosa non c'è nessuno che possa fare in campo le stesse cose di Totti, però possiamo comunque giocare bene in maniera diversa... siamo forti e uniti, pronti a imporci anche per il capitano». Immancabile la citazione dotta: «C'è un detto che recita 'La natura odia il vuoto'. Quando manca uno, c'è posto per un altro». Manca anche Gervinho e il ventaglio tattico si amplia. «Spero di avere una buona notizia, ma se l'ivoriano non dovesse giocare, avremo una panchina più giovane. Davanti possono giocare Borriello, Ljajic o Marquinho o avanzare Pjanic». La priorità sarebbe valorizzare il serbo strappato alla Fiorentina a scapito del Milan. «Adem ha avuto qualche problema fisico in questo avvio, giocatori decisivi però ci servono e allora può essere fra questi: lavori a diversi livelli per lasciare il segno». Il Friuli è tra i campi più difficili d'Italia, dal 2010. «In casa l'Udinese non perde da 22 partite, ha elementi di talento e quando riparte è molto pericolosa».
Nelle priorità del ds Sabatini c'erano Allegri, poi rimasto al Milan, ma pure Guidolin. «Napoli e Roma - ci confessava il patron bianconero Pozzo -, volevano assolutamente prenderlo, è rimasto con convinzione, per vivere la sua quinta stagione friulana. Altrove avrebbe guadagnato di più, qui ha soddisfazioni, in un ambiente che lo appaga». Non sempre, giacché la terza eliminazione consecutiva dall'Europa giunta in estate aveva attenuato la passione nei confronti del tecnico-ciclista. Domani vorrà dimostrare al nuovo guru della serie A di essere ancora il migliore, non solo tra i più longevi, primattore della panchina da oltre un quarto di secolo.

Non sarà forse il miglior allenatore al mondo, perlomeno è il più sottovalutato.

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