
Novanta minuti di fibrillazione, la domenica vintage regala momenti ormai smarriti da calendari sequestrati dalle televisioni, la contemporaneità di nove partite ha portato a cento colpi di scena, l'Inter si era ripresa il comando della classifica ma a due minuti dalla chiusura il rigore della Lazio ha restituito improvvise e impreviste speranze al Napoli che a Parma ha continuato a battere la testa contro la difesa emiliana e contro la sorte per i tre pali e un rigore prima assegnato e poi cancellato dal Var, fumi neri per Antonio Conte furibondo e ammonito per un altro episodio nel primo tempo. L'ultima partita contro il Cagliari diventa paradiso e inferno, la vittoria sui sardi significherà scudetto, l'Inter andrà sul lago di Como con la testa già alla sfida finale contro il Paris St. Germain, il pari di San Siro ha frenato l'euforia e la presunzione che aveva preso la squadra dopo il vantaggio di Dumfries, i pareggi di ieri non cambiano nulla ma anche tutto. Saranno decisivi gli arbitraggi e lo sa il Milan che all'Olimpico si è ritrovato senza Jimenez espulso dopo soltanto venti minuti di gioco e la Roma ha sognato di essere in champions league perché la Juventus non riusciva a sistemare il risultato contro l'Udinese, giocando il solito football ansioso e farraginoso poi sbloccato dal peggiore dei suoi Nico Gonzales e dalla riserva Vlahovic che ha praticamente consegnato la qualificazione al torneo più importante dell'Uefa e il respiro al bilancio.
Anche in coda continui colpi di scena, Empoli prima sotto poi risorto, Lecce improvvisamente salvo e Parma inguaiato. La domenica totale ha restituito tutto quello che avevamo smarrito come passione, tensione, emozione, insomma il calcio vero anche se il Var continua a giocare un ruolo importante, anzi decisivo.