Doppio Pipita, la Juve a +8 Ma per Allegri non c'è Joya

Due gol di Higuain e la Signora scappa in classifica Muntari stende Dybala: distorsione, Barça a rischio

Domenico Latagliata

Non poteva non essere prevista, la vittoria della Juventus a Pescara. Quello che magari non era preventivabile e nemmeno auspicabile era che la caviglia destra di Dybala venisse presa di mira. Involontariamente, certo. Fatto sta però che un intervento duro di Muntari a inizio ripresa, già sullo 0-2 per i bianconeri, ha costretto la Joya a uscire dal campo e a godersi il resto del match con il ghiaccio come compagno di viaggio: la sua presenza mercoledì al Camp Nou non dovrebbe essere in dubbio, però è un pensiero del quale Allegri avrebbe fatto volentieri a meno. Per il resto, il caldo di Pescara non ha rallentato la corsa dei campioni d'Italia: i quali hanno sì cominciato con la testa un po' per aria, ma non hanno poi dovuto soffrire granché per avere la meglio sugli ultimi in classifica allungando così nuovamente a più otto sulla Roma. Insomma: se qualcuno aveva davvero idea che il campionato potesse riaprirsi, meglio che si rassegni. La Signora è la solita dittatrice, non regala nulla a nessuno e, pure quando propone un logico turnover, lo fa senza esagerare. Allegri ha infatti mandato in campo tutte le sue stelle offensive e la scelta si è rivelata azzeccata perché, al di là dell'acciacco subìto da Dybala, sono state proprio loro a fare girare la partita. Due gol di Higuain, tanto per cambiare, hanno deciso la contesa: prima con un tocco ravvicinato, dopo che Cuadrado aveva sfondato sulla destra due volte senza che Biraghi riuscisse a limitarlo, poi sfruttando una clamorosa dormita di Coda su assist di Mandzukic che aveva ricevuto palla dal solito scatenato colombiano. Tutto in meno di venti minuti, tra la metà e la fine del primo tempo: pratica risolta e via, anche se il Pescara aveva cominciato il match quasi con sfrontatezza nonostante l'assenza in campo di un attaccante di ruolo. Gli abruzzesi correvano e menavano pure il giusto, arrivando dalle parti di Neto un paio di volte ma senza costringere il sostituto di Buffon a chissà quali interventi. La Juve sonnecchiava, Pjanic faceva innervosire Allegri un paio di volte, Marchisio confermava di non essere ancora tornato il vero Principino e gli altri sbadigliavano il giusto. Poi, appunto, Cuadrado suonava la sveglia e Higuain era il più lesto a destarsi: 23 reti in campionato (l'ultimo bianconero a fare meglio è stato Trezeguet, arrivato a quota 24 nel 2001/02), 29 in stagione e 201 nei campionati europei (107 con il Real Madrid e 71 con il Napoli, prima del fatturato attuale) e messaggio al Barcellona lanciato. Se anche non ha segnato nella partita disputata martedì allo Stadium, il Pipita è pronto per il match di ritorno: quello è che ciò che interessa davvero, certo non il trono di re del gol della serie A per il quale è comunque in lotta con Dzeko e Belotti.

Avanti di due reti a metà gara, la Juve ha poi tirato i remi in barca. Non fosse stato per i brividi legati alla caviglia di Dybala, la ripresa avrebbe potuto essere archiviata senza quasi essere giocata.

Adesso non resta che attendere le prossime ore per capire l'entità del guaio occorso al mancino di Laguna Larga: il quale, dopo avere vissuto su una nuvoletta per qualche giorno facendo ubriacare il Barcellona e festeggiando il rinnovo del contratto fino al 2022, deve adesso sperare di non perdersi la passerella del Camp Nou e la nuova sfida indiretta con Messi. «È solo una botta, con piccola distorsione così Allegri alla fine -. Qualche giorno per recuperare dovrebbe bastare: siamo ottimisti». Anche perché il pessimismo non ha mai portato da nessuna parte.

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