Dove Urus si fa ancora più bello e ogni cliente è accontentato

Il n. 1 Domenicali: «Per i giovani la prossima supercar»

Sant'Agata Bolognese Attrazione fatale. Tra uomini e donne? No, tra particelle di colori 4.0 e scocche Urus. Tra una tavolozza infinita di sfumature d'artista e i 26 Suv più potenti e più veloci al mondo che ogni giorno vengono assemblati qui in Lamborghini. Unici anche proprio per la definizione del colore della scocca grezza, messa a punto nel nuovo impianto di verniciatura, o meglio nell'atelier d'artista appena inaugurato nella fabbrica storica di Sant'Agata Bolognese e che sostituisce l'impianto di Bratislava. Un gioiello hypertecnologico ecosostenibile. Diciassettemila metri quadrati su 3 piani. Un investimento da 50 milioni di euro. Un mix di intelligenza artificiale e qualità artigiane di 200 dei 1.750 dipendenti Lamborghini, una task force multietnica aumentata in cinque anni del 70%. Un cammino virtuoso che segue un processo modulare: qui a movimentare ogni scocca è Caronte, così gli operai hanno ribattezzato il carrello computerizzato che le porta a ogni cabina di lavoro. Qui sono le mani, le menti e i robot a dare primer, pvc trasparenti, pennellate di luce high tech alla carrozzeria e a cinquanta componenti del Suv che verrà.

Nove i colori basic, 95% ad acqua, sovrapposti a strati dello spessore di 115 micron, sottili come un capello sottile, sino ad arrivare ai 7 kg di vernice necessari per colorare ogni dream car, per dipingere ogni Urus. Però sono oltre 300 le tinte e le grafiche del Paint Shop, perché la divisione ad personam consente di creare anche, come già accaduto con driver imprevedibili, sfumature mix & match, uguali persino allo smalto per le unghie, al giubbotto di pelle, alla cover dello smartphone. Perché qui nulla è irrealizzabile. Anche ogni capriccio.

Ma a Urus tutto è permesso. Perché è proprio questo Suv V8 ad aver fatto impennare vendite e fatturato a record storici del luxury brand. A trasformare il marchio del Toro in un toro rampante.

«Nel primo semestre 2019 abbiamo consegnato 4.553 vetture, incrementando del 96% il risultato del 2018. Di queste, il 60% sono Urus e il 40 per cento le nostre supercar Huracán e Aventador», spiega Stefano Domenicali, presidente e ad del marchio del gruppo Audi. Ciò consente di ampliare i progetti per il futuro partendo da un fatturato che nel 2019 dovrebbe arrivare a 1.700 milioni di euro per 8mila automobili prodotte. «Il 95 % del nostro target non è italiano. È americano, cinese, britannico, giapponese, tedesco. Ed è sempre più giovane. A ciò penseremo con i nostri azionisti quando si deciderà di ampliare la gamma alla produzione di una quarta Lamborghini, sempre mantenendo identità e esclusività, per arrivare a produrre 10mila vetture l'anno», ipotizza Domenicali.

«Intanto, entro il

2025 tutte le nostre supercar saranno ibride. Lamborghini elettriche? Lamborghini a guida autonoma? Non fanno parte dei valori che per noi contano. Lamborghini che non trasmettano emozioni da qui non ne usciranno mai».

RoPas

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