Inevitabile. Gonzalo Higuain è stato squalificato per due turni dal giudice sportivo. Didascalica la motivazione: la sceneggiata seguita alla sua ammonizione è diventata, sul referto, una condotta gravemente irriguardosa nei confronti dell'arbitro. Conseguenza scontata: dovrà saltare la sfida diretta con la Lazio e poi il viaggio a Parma. Per arginare la valanga di critiche, censure e insulti piovuti sull'argentino, il club ha annunciato ricorso. Sarà difficile spuntare uno sconto di pena anche se la frase letta in tv («perché ammonisci sempre me») indirizzata a Mazzoleni, l'arbitro, non è stata «offensiva». Dopo le scuse, l'argentino ha riscosso anche più di un attestato di solidarietà a Milanello e tra i colleghi e ha spedito, in privato, un messaggio affettuoso a Matuidi, autore di una tenerissima scena finale (gli ha baciato il capo quando l'ha visto in lacrime uscire dal prato di San Siro). Fin qui la cronaca. Poi c'è il retro-pensiero di Higuain e di tutto il Milan attuale che poggia su una statistica che fa riflettere e che adesso è il caso di dipanare.
Higuain non è uno stinco di santo ma nella sua carriera italiana ha vissuto stagioni contraddittorie. Cominciamo dal Napoli, tre anni colmi di gol e anche di qualche sciagurato errore dal dischetto. Qui in 146 presenze ha collezionato la bellezza di 18 gialli (uno ogni 8,1 partite) e una sola espulsione: anche quella, avvenuta a Udine, scandita da una scena isterica, con le mani sulle spalle di Irrati, l'arbitro. La squalifica di 4 turni venne poi ridotta a 3 dopo il ricorso della società. A Torino, con la maglia della Juve, Higuain ha vissuto due anni in completa beatitudine: 105 le presenze accumulate con appena 8 gialli e zero espulsioni per una media quindi di una ammonizione ogni 13,1 partite. Un santerello, verrebbe da chiosare.
Nel Milan invece è diventato quasi subito un diavolo a leggere le sue statistiche disciplinari di segno diverso. Le partite disputate sono state 10 (effettive 9 più i 30 minuti disputati a Udine per un totale di 838 minuti) durante le quali ha messo insieme 4 ammonizioni (tutte per proteste) più l'espulsione di Milan-Juve: in percentuale quindi un cartellino ogni 2,5 partite.
Qui la morale è doppia: o Higuain, trasferendosi da Torino a Milano, ha perso la trebisonda oppure, come sospetta l'interessato, con la maglia rossonera ha ricevuto un trattamento meno comprensivo da parte dei fischietti. Alla fine può essere attendibile la versione b: cioè che Higuain è arrivato a Milano carico di tensioni e di aspettative che ne hanno esasperato le proteste.
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