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E adesso Cairo con Mazzarri prenda a esempio Allegri o Sarri

E adesso Cairo con Mazzarri prenda a esempio Allegri o Sarri

W alter Mazzarri è un toscano di mare. Sempre in burrasca. Stavolta è finito su una zattera. Per scaldare il cuore Toro ha portato ad esempio il gobbo Chiellini e il suo spirito di battaglia. I tifosi granata non possono perdonarlo. Mazzarri non ha studiato bene l'anima del Toro e la storia del Torino. Sarebbe bastato consultare gli archivi dei giornali dell'epoca, quella di Gustavo Giagnoni e di Gigi Radice e avrebbe capito che la Juventus non è semplicemente una rivale nel derby e in campionato. Non può mai essere presa ad esempio per nulla, il popolo granata chiama gli juventini gobbi, per la fortuna e per come la casacca si gonfiasse al vento, soffiata anche dagli arbitri. E pure rigatini, per la divisa storica, oggi trasformata in una livrea da palio equino. Chiellini è un campione, toscano e livornese (San Vincenzo il sito d'origine di Mazzarri) come l'allenatore blasfemo ma veste panni odiosi, dunque è all'indice. Se Mazzarri avesse portato ad esempio il grande Torino, lo spirito del Filadelfia (stadio nel quale lui non svolge gli allenamenti, temendo che gli inquilini, nelle case intorno, rubino le idee e gli schemi!!!), il tremendismo granata coniato da Giovanni Arpino, la tempra di Cereser o il Puliciclone di Gianni Brera, allora sì, avrebbe recitato egregiamente il ruolo del capo- condottiero di un nuovo Torino, pronto alla battaglia, nel derby, dovunque e comunque. Ma questi sono tempi del personale viaggiante, di professionisti pronti a concedersi all'ultimo offerente, giurando fedeltà ma senza frequentarla davvero, senza averla nemmeno studiata sul serio. La curva Maratona chiede la testa di Mazzarri. Non credo che Urbano Cairo si conceda alla piazza, però suggerirei, al presidente, di convocare il proprio dipendente, indicandogli di prendere esempio da Allegri, livornese pure lui, o da Sarri, un altro toscano a registro bianconero. Presumo che, in questo caso, il Mazzarri fumerebbe dalle narici. Dunque chini la testa, non come umile pecorella ma come un toro pronto alla corrida.

E lasci Giorgio Chiellini ai gobbi e ai rigatini.

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