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E dopo l'ira, la Lega scrive al Governo

Prove di "pace" con una lettera. Ma è il duello tra club e pay-tv a dettare i tempi

E dopo l'ira, la Lega scrive al Governo

Nessuna ira, nessuna guerra dichiarata al governo. La Lega di serie A, spiazzata lunedì a sera inoltrata, da una fuga di notizie dai toni esasperati, ha rimediato e ricucito ieri. «Quella manina voleva a tutti i costi far saltare il tavolino» è stato il commento circolato ieri dalle parti degli uffici milanesi dell'organizzazione. Il presidente Dal Pino, che è sempre più sconcertato per le falle che si aprono puntualmente dopo ogni seduta informale del consiglio direttivo («un vero colabrodo» la chiosa di una fonte), ieri pomeriggio ha scritto una lettera al premier Conte e ai ministri della Sanità Speranza e Sport Spadafora per chiarire la posizione ufficiale. «Vogliamo conoscere quali sono i provvedimenti e le date riferite al nostro campionato» il senso politico del messaggio. Perché subito dopo, potrà essere ridisegnato il piano operativo. Nell'attuale scenario esiste una linea del Piave, dettata peraltro dall'Uefa che ha a cuore la conclusione della stagione delle coppe europee. Le date del 18 maggio come inizio degli allenamenti del calcio e il 15 giugno come via libera al campionato, sono state indicate, lunedì sera, dall'ad De Siervo e dall'ad dell'Inter Marotta (sottoposto, al martellamento del suo Conte che non vuole saperne di riprendere e di fare ritiri prolungati, ndr) e fatte proprie dal resto del consiglio direttivo. C'è bisogno di una risposta precisa: un sì o un no, molto semplicemente.

Che la spinta a far rotolare nuovamente il pallone in serie A sia soprattutto economica non è un segreto. Un duello all'ultimo sangue tra Lega di serie A e Sky più Dazn e Img fin qui combattuto attraverso le lettere dei rispettivi avvocati. Le tv a pagamento devono versare entro i primi giorni di maggio la cifra finale del contratto che ammonta a 220 milioni di euro (130 da Sky, 45 ciascuno dalle altre due). «Il contratto è stato scritto molto bene, impossibile non onorarlo» è il giudizio raccolto negli ambienti della Lega. Per i club di serie A, quei soldi sono ossigeno puro, non avendo altro flusso garantito da botteghini (anzi in alcuni casi devono restituire i soldi, ndr) e sponsor. Il primo maggio assemblea di Lega proprio sul tema.

Se le tv non dovessero pagare, diventerebbero inadempienti e perciò partirebbe subito il ricorso alla magistratura civile da parte dei legali di Dal Pino. Vista dal lato delle tv che chiedono uno sconto tra il 15 e il 20% (identica percentuale suggerita informalmente alla Lega da qualche esponente di punta dello sport italiano), ci sono gli ascolti precipitati nei mesi di marzo e aprile come documentato da una ricerca di Italia Oggi. Identico, malinconico destino quello subito dall'editoria sportiva. La conclusione è una sola e sta tutta nella cifra che i contabili della serie A hanno preparato qualora le tv non dovessero pagare l'ultima rata: le perdite collettive salirebbero a 720 milioni.

Che vuol dire la bancarotta del sistema.

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