La prima immagine è la foto ricordo davanti a San Siro. Magari ci sono già venuti decine di volte, ma questa volta è speciale. Questa volta San Siro è casa loro, la dolce casa che diventa il salotto per ospitare i grandi d'Europa. E allora bisogna immortalare questa prima volta, perché questa sera, nel bene o nel male, si scrive la storia.
La prima frecciata arriva in metropolitana: «Non saremo mica tutti bergamaschi? Ci sarà anche qualcuno di Milano che viene allo stadio. Almeno i milanisti, se vogliono vedere qualcosa di bello, devono venire a vedere l'Atalanta...». La calata dalle Orobie su Milano è un serpentone lungo 50 chilometri, quelli dell'autostrada che unisce le due città. La calata dei ventimila provoca il blocco della tangenziale, molti preferiscono sfilarsi dall'altra parte della città e affidarsi alla metro per attraversarla. Fa effetto vedere San Siro in prestito, fa effetto vedere una serata di Champions con lo stadio mezzo vuoto. Ma per la gente di Bergamo è fin troppo: il Meazza potrebbe contenere due terzi della città... Ci sono persino l'anello «de hura» e quello «de hota». Semideserto il primo, ma pieno il secondo. Con un'appendice che fa tenerezza di una trentina di ucraini spediti severamente nel terzo anello, che a Bergamo sarebbe come vedere la partita da San Vigilio. In fondo non è nemmeno la prima volta che l'Atalanta gioca in Europa a San Siro. Capitò una trentina di anni fa, per un derby nei quarti di coppa Uefa perso con l'Inter di Serena e Matthaeus. Ma questa è un'altra storia, soprattutto un'altra coppa. L'incredibile sconfitta con lo Shakhtar, dopo le quattro sberle di Zagabria, non spegne ancora i sogni. C'è chi sorride all'idea di aver fatto l'abbonamento a un posto che nelle tre partite Champions dell'Inter costa cento euro in più. E c'è chi, nonostante tutto, progetta pullman per andare a Barcellona, a Monaco o a Liverpool, come se l'avventura dovesse proseguire.
La Champions è un mondo difficile da esplorare, e la gente nerazzurra l'ha capito. Per questo applaude comunque i suoi, perché vuole continuare a vivere un momento magico, irripetibile. Domenica si riaprirà lo stadio di Bergamo.
Ma già si pensa al Manchester City, in Champions sempre a San Siro, che resterà come seconda casa. In fondo, nelle giornate limpide, da Bergamo alta si vede lo skyline di porta Nuova e City life. E Milano può sembrare la lontana periferia di Berghem de hota.
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