Ecco il Brasile meno presuntuoso di un tempo. Neymar può fare la differenza

Caro vecchio, inimitabile e invidiatissimo Brasile, non ci tradire pure tu! Intanto il ct serbo accusa la Juve per Kostic a rischio

Ecco il Brasile meno presuntuoso di un tempo. Neymar può fare la differenza

Caro vecchio, inimitabile e invidiatissimo Brasile, non ci tradire pure tu! Non ti guardano solo i fanatici nostalgici di Pelè e Tostao, di Zico e Socrates, Non ti guardano anche i tanti bambini che credono molto alle favole raccontate dai nonni e dagli zii. Questo mondiale dei tanti figuranti e dei troppi pareggi sembra diventato, all'improvviso, la riedizione calcistica della caduta degli dei e la fine della parabola di stagionati fuoriclasse. Dopo l'Argentina, è caduta anche la Germania e serpeggia già il sospetto che il primo mondiale invernale sia fatto apposta per celebrare l'avvento di una nuova generazione. «Bisogna sbattere la testa contro il muro per capire» racconta nel suo saggio intervento Thiago Silva, il capitano della Seleçao reduce dal mondiale di Russia che procurò un autentico choc nazionale. Al Losail Stadium c'è la Serbia e forse proprio questo tipo di debutto al cospetto del rivale più temuto può diventare un alleato per il ct Tite. «La torcida crede in noi» racconta ancora Thiago ed è questo il nervo scoperto di quel popolo passato attraverso 5 trionfi e altrettanti sconfitte.

È un Brasile forse meno presuntuoso del solito anche perché nel suo punto debole questa volta può presentare datati campioni che conoscono l'arte del difendere, senza indulgere ai preziosismi di un tempo ormai andato. Forse tornerà utile anche Bremer, oltre che Danilo e magari Alex Sandro, la gendarmeria di Allegri nella Juve. Neymar è la loro stella, giunto all'appuntamento con una corazza diversa rispetto ai precedenti: nel 2014 infortunato, nel 2018 maltrattato. È quello che può scavare la differenza.

La Serbia, per non perdere il vizietto, continua a prendersela con Allegri. Questa volta per l'acciacco di Kostic, qualche settimana prima per lo stato di forma precaria di Vlahovic. Ecco: vediamo in Qatar se è proprio colpa di Max e del suo calcio o no.

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