Ecco la vera Joya "liberata" da Cristiano Ronaldo

Dybala si è ripreso la Juventus dopo essere finito ai margini durante il regno del portoghese

Ecco la vera Joya "liberata" da Cristiano Ronaldo

Il peggio potrebbe essere alle spalle. Almeno così spera il popolo bianconero, con in testa Massimiliano Allegri. Allenatore finito nel tritacarne per ovvi motivi, ma che adesso spera di avere trovato la chiave per resuscitare la Juventus: difesa a quattro almeno per il momento squadra comunque compatta ma con esterni di centrocampo che pungono e spingono, Morata e Dybala in attacco. Quest'ultimo, soprattutto: tornato Joya, numero dieci vero in grado di inventare e produrre calcio, assist, gol ed emozioni. Chè servono pure quelle, per rianimare una piazza sprofondata nell'ansia della ricostruzione e nell'angoscia di risultati che in campionato non sono ancora arrivati. Sabato, allo Stadium contro la Fiorentina, la controprova: i viola sono tre gradini più su (18 punti contro 15) e, soprattutto, viaggiano sulle ali di un entusiasmo che da quelle parti non si registrava da anni. Madama, se lo ha ritrovato davvero nel match contro lo Zenit San Pietroburgo, dovrà quanto meno pareggiarlo per tornare a muovere la classifica in maniera consistente dimenticando il doppio ko contro Sassuolo e Verona.

Nel frattempo, Allegri ha deciso di alleggerire il ritiro al J Hotel che era stato deciso dopo la sciagurata trasferta veronese: la squadra si ritroverà infatti oggi dopo avere beneficiato di un giorno di riposo e, insomma, si cerca pian piano di tornare alla normalità. Un pezzettino o un mattoncino, per usare un termine a lui gradito per volta: «Sono un allenatore, non un cane da guardia», la spiegazione dello stesso Allegri. Che ovviamente spera di ritrovare i suoi affamati e concentrati: il tempo per scherzare e per prendere le cose alla leggera del resto è finito da un pezzo e la rimonta in campionato si prospetta tutt'altro che agevole, fosse anche solo per acciuffare il quarto posto che qualificherà alla Champions. Poi è anche vero che il talento e il valore della rosa restano alti, pur se forse male assemblati.

Di sicuro, intanto, la partita contro i russi ha dimostrato ancora una volta quanto questo Dybala sia diventato indispensabile: perché un sinistro e un senso del gol e della giocata così ce l'hanno in pochi, perché la fascia di capitano gli piace parecchio e, con essa, anche la responsabilità che ne deriva. Dopo essere finito praticamente ai margini del progetto durante il regno di Ronaldo e avere rifiutato il trasferimento in Inghilterra (con annesso lo scambio con Lukaku), l'argentino ha così occupato il centro della scena.

Ha superato Platini nel numero dei gol in bianconero (106 a 104), gli ha dedicato la posa più iconica che ci sia sdraiato, come aveva fatto Le Roi nella finale della Coppa Intercontinentale 1985 - dopo la prima rete segnata allo Zenit e adesso aspetta serenamente il rinnovo. Tema scottante fino a qualche mese fa, non certo adesso: salvo colpi di scena, il suo legame con la Juventus durerà infatti fino al 2026 a dieci milioni l'anno. Tanti, di sicuro: se saranno troppi, lo dirà il campo.

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