Errori e tanti gol presi La santa protettrice è svagata e ammaccata

L'ultima striscia è deprimente: 8 partite e 10 reti subite. Chiellini ammette: "Non siamo più quelli di una volta"

Errori e tanti gol presi La santa protettrice è svagata e ammaccata

dal nostro inviato a Rio de Janeiro

Non serve riepilogare: Gianni Brera, Herrera, Rocco fin a Sacchi, Trap, Capello e Mourinho hanno dato la parola alla difesa. Vinci se sei forte dietro, lo dice pure il basket alla faccia delle megalomanie Nba. Inutile ricordare maledizioni e contumelie inflitte al glorioso catenaccio, che ha portato lontano il calcio nostro nel mondo con tanto di copiature sotto altro nome. Ci hanno imitato perfino i brasiliani.

Ma oggi l'Italia non è più quella del catenaccio e nemmeno dei difensori che fanno infuriare il mondo (Gentile per tutti e tutti noi per Gentile), piuttosto la squadra vivi e sopravvivi alla faccia dei tuoi difensori. L'ultima striscia è perfino deprimente: 8 partite 10 gol subiti e se la Spagna ce ne ha rifilato uno appena, che dire della doppiette subite dall'Armenia, dalla Nigeria, dalla Danimarca e buon ultimo il deprimente pareggio con il Lussemburgo? Lo ha ammesso anche Chiellini, mastro di lungo corso della guerriglia difensiva e, fra l'altro, autore di uno dei gol che hanno segnato l'ultima vittoria (2-1 alla Repubblica Ceca): «Non siamo più quelli di una volta, ne abbiamo parlato fra di noi. C'è qualcosa da migliorare».

Per stasera, contro la Fluminense, Prandelli ha preventivato con parole sue un'ipotesi di figuraccia: magari alla luce del fatto che saranno in campo tutte le riserve. Potranno anche giocar bene, ma poi che fa? Contro l'Inghilterra schiera questi? Stravaganze di un allenatore alla vigilia del mondiale. Ma è lampante che l'Italia vera è quella partita contro il Lussemburgo.

Anche se i problemi sono chiari. Cassano è a metà del guado, né titolare né riserva, ma solo uomo dell'ultima mezz'ora. E nostra santa difesa protettrice sembra ammaccata e svagata. Barzagli sta trascinando problemi da troppo tempo, da oltre un mese non gioca, per essere smagliante. Bonucci lotta contro il solito problema al polpaccio. Paletta si è appena ripreso, De Rossi (ipotesi di centrale in difesa a tre) ieri si è preso un pestone ed è stato punto da un'ape che gli si è infilata nella scarpetta e Sirigu ha un dolore al costato che potrebbe costringerlo alla bandiera bianca. Dunque meglio provare anche Perin.

Difesa in allarme o difesa allarmante? Di tutto un po'. Si intuisce dalla formazione annunciata oggi che lo schema a quattro sarà il pilastro del mondiale azzurro. Ranocchia schierato al posto di Barzagli, e chissà se del tutto casualmente, due laterali da corsa, con Darmian, il migliore del gruppo, a destra o sinistra. Chiellini è il grinta del gruppo, magari un po' esagerato negli interventi a rischio, ma uno di quelli che guardano in faccia la realtà. Certi gol fessi pesano. «Difendere significa riguardare l'assetto della squadra. Abbiamo perso intensità in fase difensiva. Prima eravamo più equilibrati per tutta la partita. Abbiamo perso quel filo e lavoriamo per ritrovarlo: non prendere gol è un fattore importante per vincere».

Non è monsieur Lapalisse, piuttosto uno che vede il calcio nella sua scarnificata realtà, senza tanta mistica. Del resto Prandelli, ora più che mai, si affida all'opera da frangiflutti di De Rossi. E, avendo giocato con grandi difensori, conosce perfettamente la misera qualità odierna. Per ora ha scelto lo schema a quattro. Ma, per esempio, la Juve è diventata un muro con i tre moschettieri. Nel caso, Prandelli vorrebbe arretrare De Rossi affiancato da Chiellini e Barzagli, una sorta di sconfitta per tutti gli altri. «Sconfitta no», spiega Chiellini.

«Ma è certo che tutti i difensori, qui in Brasile, hanno esperienza per giocare nei due modi. Però bisogna provare le cose e portare avanti il discorso». Detto con il guanto e con un sorriso, suvvia decidiamoci. Ovvero meglio un fortino più solido e un centrocampo meno farfallone.

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