Evenepoel è di parola e non prende in Giro: via il peso della "rosa"

Il belga come anticipato non è più leader ma venerdì potrebbe tornare al comando

Evenepoel è di parola e non prende in Giro: via il peso della "rosa"
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Non ha raccontato bugie e non ha nemmeno le gambe corte, anche perché quelle di Remco Evenepoel sono piuttosto forti. Ha solo detto quello che pensava e ci piaccia o no, lui ha fatto di testa sua: ha mollato la maglia rosa nella quarta tappa, come aveva detto all'ombra dei trabocchi sabato scorso. Evenepoel si sveste e si traveste da gnorri, da chi cerca di far finta di non tenerci poi molto a quella camiseta di color rosa, che alla fine rischia seriamente di rivestire venerdì sul traguardo di Campo Imperatore (Gran Sasso d'Italia, 2.100 metri, ndr). Il belga fa il trasformista all'Arturo Brachetti, sperando di vestire la sua bella maglietta con i colori dell'arcobaleno, ma gli va male, perché a vincere è un ragazzo del '99, di 23 anni, un norvegese che di nome fa Andreas Leknessund e che lo costringe a vestire la maglia bianca di miglior giovane, visto che lui dovrà già vestire quella rosa.

Remco è uomo di parola: quello che dice fa. Il quarto giorno lascia la maglia rosa per alleggerire un po' le sue spalle e anche quelle dei suoi compagni di squadra. Senza la rosa, meno seccature, anche se la premiazione per la maglia bianca dovrà continuare a farla, mentre stop con le conferenze stampa di rito. Chi è ben felice di perdere un po' di tempo per il suo quarto d'ora di gloria è Andreas Leknessund, 24 anni fra pochi giorni (il 21 maggio, ndr), il quale non crede ai propri occhi. «Avvicinandoci alla salita finale ho iniziato ad accarezzare l'obiettivo di diventare il nuovo leader della classifica ha raccontato il norvegese che riporta il proprio Paese in rosa a distanza di 42 anni (Kunt Knudsen, 1981, ndr) -. Non potevo far meglio di questo secondo posto, ma poter indossare la maglia rosa è davvero un grande traguardo. La commozione dopo l'arrivo? Questa maglia è speciale. Poterla indossare almeno per un giorno è incredibile».

A sigillare l'umida fuga di 7 uomini a Lago Laceno e decollata poco prima di metà tappa è il francese Paret Peintre, al primo centro fuori dai confini di casa. Se la gioca appunto con Leknessund in un finale elettrico. «Sono felicissimo, aver vinto è qualcosa di speciale dice l'imbianchino -. La mia prima vittoria in un Grande Giro rappresenta davvero un gran traguardo».

Per un francese in festa, c'è un'Italia che deve ingoiare per il secondo giorno di fila un quarto posto. Questa volta con il beniamino di casa Vincenzo Albanese. Si leccano le ferite Ulissi e Ganna che scivolano sull'asfalto senza però gravi conseguenze. Oggi si arriva a Salerno, spazio ai velocisti.

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