L'ex Serie A Bachini: ''Giocavo con Baggio, ora faccio l'operaio. Maledetta cocaina''

Jonathan Bachini, ex centrocampista di Serie A, squalificato a vita per cocaina ha ripercorso la sua storia: ''La Juve, i tanti errori, ora faccio l'operaio ma sogno di rientrare nel calcio''

L'ex Serie A Bachini: ''Giocavo con Baggio, ora faccio l'operaio. Maledetta cocaina''

''Giocavo con Baggio, ora faccio l'operaio. Maledetta cocaina'', sono le parole di Jonathan Bachini, ex centrocampista della Juventus e del Brescia, squalificato a vita per una doppia positività alla cocaina.

Una vita e una carriera calcistica può cambiare in un attimo lo sa bene Jonathan Bachini, centrocampista di serie A a fine anni 90', famoso, rientrato addirittura nella trattativa che portò Gianluigi Buffon dal Parma alla Juventus, per 70 miliardi più il suo cartellino, valutato all'epoca 35 miliardi.

L'ex calciatore ha ricordato quegli anni alla Gazzetta dello Sport senza tralasciare gli errori che ne hanno compromesso la carriera: ''Arrivai alla Juve tra la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, mi aveva voluto Lippi e mi allenò Ancelotti, ma mi sono trovato benissimo dal punto di vista umano. Giocai meno del previsto, andai al Brescia''. Con le rondinelle, il 26 novembre 2004 ci fu la prima squalifica per cocaina: ''Il messaggio che posso mandare ai giovani è di stare sempre attenti, di non fare nulla con leggerezza, di riflettere che basta un errore per compromettere tutto''.

Riparte poi da Siena, ma a fine 2005 ci ricasca: ancora cocaina. Pochi mesi dopo arriva la radiazione e la squalifica a vita: ''Lì crollò tutto, quello fu l’inizio del mio calvario. Io ho pagato per i miei errori, ma così mi è stato tolto un pezzo di vita. E soprattutto mi hanno negato ogni aiuto. Un anno e mezzo fa ho chiesto la grazia alla Federazione. Mi hanno risposto di no. Mi sono rivolto al Coni, ma non c’è stato nulla da fare. Le regole sono cambiate e lo statuto antidoping prevede che non ci sia la grazia in caso di recidiva alla stessa sostanza".

Bachini ora fa l'operaio a Livorno, ha trovato nell'amore di Sabina la sua stabilità ma coltiva ancora il sogno di rientrare nel mondo del calcio allenando in un settore giovanile o come osservatore. Una speranza flebile ma troppo forte per rinunciarci: "Gianni Infantino, presidente della Fifa: solo lui può darmi la grazia.

Spero che venga a conoscenza della mia storia e rifletta su questa opportunità. Il perdono sarebbe un messaggio prezioso anche per i ragazzi. Sono passati oltre tredici anni: se avessi ammazzato qualcuno, forse adesso sarei libero''.

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