Godiamoci questo nuovo successo delle tenniste azzurre che, nel bellissimo week-end di Cagliari, hanno restituito alla Russia il cappotto (4-0) del 2007 e vinto per la quarta volta in otto anni la FedCup. A un passo la Spagna con 5 successi, fuori portata gli Usa a quota 17. Ma non dimentichiamo che Errani e le sue sorelle hanno conteso il trofeo a una squadra falcidiata da infortuni e rinunce, priva delle migliori 11 giocatrici, inevitabilmente destinata alla sconfitta. «Ci siamo scontrati con il Master B di Sofia che ci ha privato di 3 titolari», ha ricordato il capitano russo Shamil Tarpishev. Risultato annunciato, quindi. Sarebbe cambiato poco se Alexandra Panova, occasionalmente numero uno del suo Paese, avesse sconfitto nel primo match di sabato Roberta Vinci afflitta da torcicollo, crampi e anche da tensione per il suo debutto da singolarista in questa competizione. L'Italdonne avrebbe ugualmente festeggiato il trionfo sul centrale del Tc Cagliari innaffiato di champagne da Francesca Schiavone che, pur avendo rinunciato per onestà intellettuale alla convocazione, ha voluto far parte del gruppo. Ieri Sara Errani ha conquistato il terzo e decisivo punto rifilando in 58' un doppio 6-1 ad Alisa Kleybanova, ritornata al mondo professionistico dopo aver sconfitto il linfoma di Hodgkin negli ospedali del nostro Paese. Poi Pennetta e Knapp hanno arrotondato il risultato superando nel doppio Kromacheva e Gasparyan per 4-6 6-2 10-4. Una formalità, a dirla tutta. Micidiale invece il primo turno della nuova edizione. Sarà più difficile difendere il titolo l'8 e il 9 febbraio negli Stati Uniti, soprattutto in presenza di Serena Williams che in FedCup ha giocato solo per guadagnare l'accesso alle Olimpiadi. Per la cronaca ci vogliono almeno 3 presenze in 4 anni.
«Siamo un gruppo straordinario e meritiamo di essere in cima al mondo», ha sottolineato Sarita facendo riferimento anche alla presenza di Francesca. E Barazzutti: «Se siamo tra le nazioni più invidiate per i successi di squadra, lo dobbiamo alle ragazze che hanno sempre risposto con passione alle convocazioni e hanno dato tutto. A me spetta di aiutarle il più possibile sul piano tecnico e psicologico».
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