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Ferrari che perde non si cambia

L'ad Camilleri al New York Times: "Finiti i tempi delle porte girevoli..."

Ferrari che perde non si cambia

Ferrari che perde non si cambia. Louis Camilleri dalle pagine del New York Times chiude le porte girevoli di Maranello e conferma la fiducia a Binotto e alla sua squadra. Sulla pista di casa, Leclerc lo ripaga con il nono tempo a 13 dalla Mercedes che, con o senza party mode, continua a frequentare un altro pianeta, un'auto aliena come l'Hamilton che la guida in questo periodo. Per fortuna della Ferrari, le sagome di cartone con cui Monza ha colorato le sue tribune svuotate dal Covid, non sanno fischiare. Perché altrimenti ieri la colonna sonora della prima giornata di prove del Gran premio d'Italia non sarebbe stata diversa da quella che nel 1971 convinse Enzo Ferrari a non presentarsi più all'Autodromo Nazionale.

Leclerc ha strappato il nono tempo, Vettel è dodicesimo. La SF1000 perde 2 decimi nel primo settore, 4 decimi nel secondo e ben 7 nell'ultimo, quello che tiene conto dell'Ascari e della Parabolica. Sarà una lotta già entrare in Q3. In Belgio andava peggio, ma non era difficile fare un po' meglio della scorsa settimana quando la Rossa era più vicina al fondo che alla luce. «Dopo le prime prove della stagione a Barcellona avevo capito che qualcosa non andava, che sarebbe stata una stagione difficile, ma mai avrei pensato a un anno così difficile», ha ammesso Charles Leclerc. Monza conferma quello che si è visto fin qui e d'altra parte non c'erano motivi perché andasse diversamente. Per ritrovare una Ferrari così lontana dai primi sulla pista di casa bisogna andare molto indietro nel tempo. La tempesta non è ancora finita e non finirà presto. Per ora dobbiamo accontentarci delle parole di Binotto e di Camilleri. Il responsabile della Gestione Sportiva ferrarista ha ribadito al Corriere di non sentirsi solo e abbandonato dai suoi vertici e di avere un confronto giornaliero con Camilleri, l'amministratore delegato che al Nyt ha confermato la piena fiducia in Mattia dicendo: «In Ferrari sono finiti i tempi delle porte girevoli. In passato c'era troppa pressione». Va detto che quando Todt ammazzava ogni mosca che gli capitava a tiro, la Ferrari non solo vinceva, ma stravinceva. Camilleri ha sposato un'altra strategia, ma non è detto che in Formula 1 porti i risultati. Ma forse la colpa è dei media italiani che sono brutali.

Oggi in qualifica (ore 15, Sky Sport) entreranno in scena i giochi delle scie, quelli che lo scorso anno hanno creato una coda da estate ligure negli ultimi minuti facendo finire tutti i big fuori dal tempo massimo. «Che cosa può fare la differenza? ha raccontato con un pizzico di veleno, Sebastian Vettel - La scia, visto che sono due anni che nessuno me la dà e ho mancato la pole proprio per quello. So già che quest'anno il team non me la darà, quindi dovrò cercarmela altrove». Seb ce l'ha con Kimi e Charles i compagni che lo hanno tradito negli ultimi due anni sulla pista di casa, quando aveva una Ferrari da pole position.

Bei tempi, nonostante tutto, anche per lui.

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